Il Tirreno

Pontedera

Dieci pecore uccise, scatta l’allarme lupi

di Giacomo Pelfer
Alcune pecore uccise
Alcune pecore uccise

San Miniato, gli esperti dell’azienda sanitaria non hanno certezze: "Potremmo essere di fronte a branchi di cani selvatici"

16 aprile 2016
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SAN MINIATO. Negli ultimi anni gli avvistamenti non sono mancati. Pochi e sporadici incontri, soprattutto con esemplari isolati, avvenuti nella vasta zona boscosa a cavallo tra i comuni di San Miniato e Palaia. Per i cacciatori della zona la presenza di lupi non è una sorpresa, dopo le segnalazioni registrate negli ultimi anni anche in territorio sanminiatese. Più difficile, però, secondo la Asl, stabilire se siano proprio i lupi i responsabili della carneficina avvenuta nella notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 aprile all'interno dell'azienda agricola Romilda, non lontano da Corazzano. Dieci gli animali abbattuti e sbranati: 5 pecore adulte e 5 agnelli, più altri 15 esemplari dispersi che al momento non sono stati ancora ritrovati, insieme ad un numero imprecisato di aborti.

Un danno consistente per la nota azienda agricola di San Miniato, divenuta celebre proprio per l'allevamento di pecore destinate alla discussa macellazione con rito islamico. "Da qualche giorno, con la bella stagione - spiega il titolare Giovanni Cialdini - le pecore vengono tenute all'aperto all'interno dei recinti. Adesso saremo costretti a riportarle nelle stalle. A noi era già successo un anno e mezzo fa, quando i lupi sbranarono 20 capi". Venerdì 15 aprile, i veterinari della Asl si sono recati sul posto per osservare ciò che resta dei poveri animali, anche se le conclusioni lasciano comunque aperte tutte le ipotesi.

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"Per quanto riguarda gli agnelli - ci spiegano dalla Asl - i veterinari hanno concordato sul fatto che sono stati attaccati da lupi o da incroci tra lupo e cane, perché gli animali sono stati effettivamente spolpati. Le pecore adulte, invece, avevano lesioni e ferite all'altezza del collo che fanno pensare all'azione di un branco di cani, i quali, a differenza dei lupi, tendono ad attaccare subito la preda all'altezza del collo per ucciderla. I dati oggettivi, quindi, ci dicono che ci sono due tipologie diverse di ferite".

Secondo Cialdini, tuttavia, «non si hanno notizie di branchi di cani selvatici presenti nella zona, mentre negli ultimi anni ci sono state una serie di segnalazioni di lupi da parte dei cacciatori». Secondo l'allevatore, quindi, il problema esiste ed è concreto: "Ultimamente è un fenomeno sempre più frequente - dice - anche se molti allevamenti della zona, finché si tratta di pochi capi, preferiscono non segnalare. Diversi cacciatori hanno avvistato lupi nella zona di Collebrunacchi, Collegalli, Balconevisi e Barbialla". 

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