Il Tirreno

Pistoia

Fantozzi «Herons più in forma ma la Libertas vorrà riscattarsi»

di Lorenzo Carducci
Fantozzi «Herons più in forma ma la Libertas vorrà riscattarsi»

La bandiera livornese ed ex giocatore rossoblù sul derby di domani sera

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MONTECATINI. È il giocatore di basket livornese più forte di sempre, golden boy lanciato dall’indimenticato Cacco Benvenuti - «colui che per primo ha creduto in me» - e volto simbolo della Libertas dello scudetto “rubato” del 1989, in finale con l’Olimpia Milano.

Ha vestito a lungo la maglia della Nazionale, conquistando l’argento agli Europei del 1991, quando assieme ad Andrea Niccolai era tra gli assi della Virtus Roma con cui l’anno seguente alzò la Coppa Korac. Ma Alessandro Fantozzi, cuore LL, è passato anche da Montecatini, nella stagione di serie A2 1997-98, in quella nascente Snai che a distanza di un anno sarebbe salita in A1. Nella sua Libertas c’è tornato poi da capo allenatore nel 2021, dopo le esperienze in varie piazze tra cui Monsummano. Con lui ci avviciniamo al derby di domani sera (alle 20,30 al PalaMacchia) in cui gli Herons saranno ospiti degli amaranto di quel Fratto che Fantozzi allenò giovanissimo a Cecina, nel sequel della finale di Coppa Italia che il 17 marzo ha visto esultare i rossoblù. Uno scontro diretto che vale il secondo posto nel girone A, con la Akern a -2 per il ko subito a Piacenza mercoledì (e il contemporaneo +29 dei termali in casa con Sant’Antimo) ma una gara in più da recuperare.

Fantozzi, Livorno e Montecatini protagoniste in serie B con quattro squadre nei primi posti del girone A.

«Sì, fin dall’inizio si è palesato un dominio delle squadre livornesi e di Montecatini che stanno conducendo il campionato e dimostrando di avere qualcosa in più delle altre. A Livorno il legame tra la pallacanestro e la piazza è sotto gli occhi di tutti, in passato siamo state tra le pochissime città con due squadre nelle prime due categorie. La passione poi si esterna particolarmente quando i risultati sono positivi, e ora dopo un periodo di appannamento Libertas e Pielle (capolista e a 13 vittorie di fila, ndr) sono tornate ambiziose protagoniste nel palcoscenico di serie B1, aizzando un fuoco che covava sotto la cenere. Stesso discorso anche se con dimensioni diverse per Montecatini, che ha grande tradizione. La rivalità tra Herons e Gema sta facendo da traino. In generale spero che la Toscana torni ad avere diverse squadre in serie A come ai miei tempi».

Libertas contro Herons, che partita si aspetta domani sera?

«Senz’altro è una partita particolare, l’aspetto del fattore campo è importante anche se non credo che gli Herons abbiano problemi a esprimersi al massimo fuori casa. La Libertas dopo la partita con Ruvo sembrava particolarmente ispirata, poi dopo aver perso la finale di Coppa ha vinto all’ultimo secondo con Avellino e ha perso a Piacenza, mentre Montecatini ha battuto Gema e vinto benissimo con Sant’Antimo. Seguendo gli ultimi risultati sembrerebbe più in striscia Montecatini, però c’è l’aspetto ambientale e il fattore rivincita. Quella di Lucarelli è un’assenza pesante (nella LL mancherà probabilmente anche Terenzi, ndr), c’è da capire se gli Herons saranno al completo».

Che ricordi ha della sua stagione a Montecatini?

«Fu un’annata sfortunata. Mi ruppi il polso stando tre mesi fuori, poi perdemmo la semifinale playoff per l’A1 3-2 con Imola, dove giocavano Vincenzo Esposito e Steve Burtt. Il coach cambiò in corsa, prima Stefano Tommei poi Rudy D’Amico, mentre il diesse era Andrea Luchi (l’attuale presidente della Fabo). Tra i compagni ricordo Ken Barlow, Michael Williams, Gabriele Niccolai, Cesare Amabili, Nando Labella.. Ci stavo bene ed ero anche vicino a casa».

Ma insomma, chi ci va in A2 quest'anno?

«Dé, se dico Pielle non faccio più vita, se dico Libertas fanno scongiuri. In questo momento potrei dire proprio Herons, ma non mi sbilancio. Auguro il meglio a tutte».


 

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