Il Tirreno

Pistoia

Falasca, è lui l’uomo dei “muscoli” «Ognuno dà il meglio di se stesso»

di Stefano Baccelli
Falasca, è lui l’uomo dei “muscoli” «Ognuno dà il meglio di se stesso»

Il preparatore atletico della Pistoiese è tra gli artefici della grande rimonta. «Dopo 30 anni di professionismo mi ha fatto piacere tornare nella mia città»

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PISTOIA. Tra i segreti che si celano nella gran rincorsa della Pistoiese c’è la preparazione atletica. Questo aspetto ha soprattutto un nome e un cognome: Marco Falasca. Il 30 ottobre quando il preparatore atletico approdò alla prima squadra dalla Juniores in compagnia di mister Luigi Consonni la rosa era ampia, ma poi fu ridotta all’osso dopo le cesoie del mercato invernale. Eppure la squadra è sempre arrivata ai minuti finali con gran freschezza come dimostrano le varie gare chiuse in rimonta e soprattutto non ha accusato infortuni muscolari (facendo i debiti scongiuri).

Si è parlato di carattere indomito, convinzione, voglia di cogliere l’obiettivo, tutte considerazioni di carattere psicologico che poco varrebbero in assenza di una buona forma fisica. In estate Falasca fu chiamato a lavorare per la Juniores arancione da Filippo Baragli. A questi va dunque anche il merito di questa intuizione, che si aggiunge alla scoperta di Di Biase, poi venduto a peso d’oro alla Juventus. Il preparatore atletico, prima del suo ritorno in arancione, era stato protagonista di una splendida carriera in grandi piazze. Nella Pistoiese Falasca aveva già militato quando la squadra era allenata da Roberto Clagluna e il presidente era Roberto Maltinti. Al fianco del tecnico pisano conquistò la promozione in Serie B nel 1995. Da lì la carriera del professore nato al Ceppo nel ’66 spiccò il volo. Tanti anni di B a Bari, Avellino, Rimini e Frosinone, e campionati importanti a Olbia e Siena in Serie C. Ha lavorato nei professionisti fino alla pandemia.

Quando avviciniamo Falasca subito emerge la sua grande passione per questo lavoro. «Il 26 ottobre stavo tranquillamente lavorando nel settore giovanile –rivela – ma dopo 30 anni di professionismo mi ha fatto piacere rientrare tra i “grandi” anche se nei dilettanti, soprattutto tornare nella squadra della mia città dove avevo già vinto un campionato tanti anni prima». Poi spiega in cosa consista la funzione del preparatore atletico. «Si lavora sugli individui singolarmente, si fanno tabelle personalizzate. Soprattutto tra il martedì e il mercoledì si svolgono lavori differenziati, oltre l’attività generale sulla squadra». Tutto questo incide sui risultati? «Quelli derivano da un insieme di cose, prima di tutto abbiamo un buon gruppo di lavoro, che sta tirando fuori il meglio di se stesso». La settimana tipo si svolge così: «Si inizia con la ripresa della preparazione in modo differenziato, a seconda di chi ha giocato e chi no, con il lavoro di forza in palestra – dice – mercoledì tutti insieme con lavoro funzionale in campo, o sub massimale in palestra, giovedì verifica, venerdì velocità e sabato rapidità e psicocinetica». Il preparatore atletico a arancione coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino: «Per quanto mi riguarda sono contento del mio operato, anche se durante il mio cammino ho incontrato dei denigratori, senza capirne il motivo. Forse – conclude – il mondo del calcio è diventato complicato. Emerge sempre più spesso la raccomandazione».


 

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