Maltempo
Montagna pistoiese, due paesi senza negozi di alimentari. L’ultima chiusura: «Non era più possibile andare a vanti»
A Le Piastre e Cireglio farà la spesa diventa una missione impossibile
PISTOIA. Oggi è l’ultimo giorno in cui Anna Ferracuti alzerà la saracinesca del suo negozio di alimentari “Uscio e Bottega” che si trova a Le Piastre. Per undici anni ha accolto nel suo locale i passanti e gli abitanti del paese. Ma adesso ha detto basta e dal prossimo lunedì la porta del mini-market non si aprirà più. La signora Anna è giovane, non si tratta di un pensionamento. La causa è da rintracciare nelle troppe spese che un esercizio come questo deve sostenere. Troppe tasse. Troppe complicazioni.
Anna Ferracuti, prima di maturare questa decisione definitiva, ha cercato in tutti i modi di non mollare. Il tipo di lavoro le piaceva, nel paese è apprezzata e poi vende beni di prima necessità ed è un servizio. Ma adesso ha preso la decisione, perché non se la sente più di continuare a certe condizioni. «Mi dispiace molto chiudere il negozio – racconta – perché ci ho creduto davvero, perché ormai sono 11 anni che servo la popolazione de Le Piastre, perché ho fatto tanti sacrifici. Ma sinceramente è giusto che dica basta, perché non è più possibile andare a vanti. Troppe spese e un negozio come questo in montagna non riesce a mantenersi. Pensate che quando aprii avevo due dipendenti. Adesso sarebbe impossibile anche una sola. Non è più proponibile».
Nel paese dei “bugiardi”, appellativo ormai classico per i paesani grazie al Campionato italiano della bugia che si svolge ad agosto, un tempo c’erano due negozi di alimentari, ma da lunedì prossimo nemmeno uno. «E poi dobbiamo considerare – aggiunge Anna – che d’inverno si lavora poco. Il passaggio lungo la Statale è inferiore e le vendite locali hanno comunque un calo fisiologico. Se poi l’estate porta dei mesi brutti, come è stato luglio, allora è la fine. Poi con il fatto che non ci sono più le licenze e tutti possono vendere tutto, non aiuta certamente. Ripeto – sottolinea la negoziante – A me dispiace, ma è inevitabile. E in questi giorni ho avuto anche una dimostrazione d’affetto dai miei clienti, che si sono detti dispiaciuti». Anna Ferracuti, quindi, è pronta per iniziare un nuovo futuro professionale. Ancora non sa di preciso di cosa si occuperà ma, afferma «non sono preoccupata, ma convinta che qualcosa troverò». Ma a questo punto qualcuno potrà penserà che il problema per il paese de Le Piastre è minore di quanto si pensi, perché magari le persone potranno spostarsi nella vicina Cireglio a fare la spesa. E invece, non è così, perché anche a Cireglio, da qualche mese non esiste più un negozio di alimentari. E così, per acquistare prodotti alimentari, le due popolazioni si devono spostare di alcuni chilometri, sia rimanendo in montagna, sia scendendo verso Pistoia. «È un vero problema – spiega Giulia Begliomini del bar “Le Fancille” di Cireglio – non avere più un generi alimentare in paese. Soprattutto perché la popolazione è formata da persone anziane e per loro è tutto più complicato. Si spera tutti che presto possa essere trovata una soluzione e nel mentre, per quanto mi è possibile, cerco di dare un aiuto a coloro che me lo chiedono tendendo pane e latticini. Ma è davvero dura un paese senza questo negozio».
Un’analisi nuova la sostiene Giacomo Reggiannini, del bar Margherita de Le Piastre. «Bisognerà cominciare ad intendere il paese in base all’estensione territoriale. Facciamo conto che a Le Piastre abbiamo la farmacia a 3 chilometri, a Cireglio, o a 4 chiloemtri, a Prunetta – dice Reggiannini – La macelleria a Prunetta, un discount a Campotizzoro, l’ambulatorio a Cireglio e così via. In fondo anche in città devono prendere la macchina per andare a fare la spesa o in altri servizi. Il problema è per gli anziani che devono andare a fare la spesa altrove. Bisognerebbe che almeno potenziassero i collegamenti con l’autobus».
Per il momento, comunque, la realtà è che in due paesi di montagna e confinanti del comune di Pistoia, non esiste più nemmeno un piccolo generi alimentari. E soprattutto per gli anziani, rappresenta un disagio.