Il Tirreno

Pistoia

Montagna

In cerca delle radici: scavi archeologici sotto il Ponte Sospeso

di Carlo Bardini
In cerca delle radici: scavi archeologici sotto il Ponte Sospeso

Partita l’indagine dell’Università di Firenze

3 MINUTI DI LETTURA





MAMMIANO. Qualcuno si è mai chiesto quali siano stati i primi insediamenti umani sulla Montagna Pistoiese? Per rispondere a queste domande, importanti sia sotto il punto di vista archeologico che antropologico, da ieri mattina sono cominciate le indagini (supponendo che la prima presenza umana risalga a 10.000 anni fa, in pieno paleolitico superiore), attraverso l’avvio degli scavi archeologici sotto il Ponte Sospeso di Mammiano.

Un’iniziativa condotta dall’Università degli Studi di Firenze sotto la direzione scientifica di Luca Bachechi, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca, Massa Carrara e Pistoia, su concessione ministeriale fornita all’Ecomuseo della Montagna Pistoiese. L’intervento rappresenta un importante passo avanti nella conoscenza delle fasi più antiche dell’insediamento umano sulla Montagna Pistoiese, che in questa zona sono documentate sin da epoca remota. La scelta di localizzare qui lo scavo non è casuale. L’area è infatti emersa come di grande interesse archeologico già negli anni novanta, durante i lavori per la realizzazione del laghetto del Ponte Sospeso, quando furono rinvenuti numerosi reperti in pietra attribuibili a quell’epoca. «Come presidente dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese – afferma Alice Sobrero – sostengo con convinzione questa iniziativa, che rappresenta pienamente la missione dell’Associazione Ecomuseo, da sempre impegnata nello studio e nella valorizzazione delle comunità dell’Appennino e dei loro insediamenti nel tempo. Qui, sotto il Ponte Sospeso, cerchiamo le origini più remote di una storia millenaria. Testimonianze di passaggi umani, di tentativi di stabilizzazione e di lettura del paesaggio in chiave abitativa. È un paesaggio che nei millenni ha offerto risorse, rifugi, e occasioni di vita alle comunità umane, e che ancora oggi restituisce tracce di quella lunga relazione tra l’uomo e la montagna. Questo scavo è un passo importante per riscoprire le radici profonde del nostro territorio e per restituirle alla collettività attraverso la ricerca, la conservazione e la divulgazione».

Fu l’allora associazione “Gruppo Naturalistico Appennino Pistoiese”, che oggi dà vita al Muna (Museo Naturalistico Archeologico dell’Appennino Pistoiese) a effettuare i primi sopralluoghi e a recuperare il materiale, oggi custodito dalla Soprintendenza, ponendo così le basi per l’indagine scientifica in corso. Questi nuovi scavi si pongono dunque l’obiettivo di approfondire la conoscenza di una fase preistorica finora poco esplorata sul nostro territorio, aprendo nuove prospettive per la ricerca e per la valorizzazione del patrimonio archeologico della montagna. «Allo stato attuale delle ricerche – spiega Luca Bachechi, direttore degli scavi – risulta che, durante la preistoria e la protostoria, il territorio della Provincia di Pistoia sia stato frequentato a partire almeno dal Paleolitico medio (da circa 250milaanni fa), senza soluzione di continuità, fino all’Età dei metalli (attorno al 1000 avanti Cristo). Va considerato tuttavia che i documenti materiali su cui si basa questa constatazione sono costituiti in grande maggioranza da rinvenimenti sporadici e di superficie».

Il primo intervento sarà finalizzato alla predisposizione dell’area da indagare e all’effettuazione dei primi saggi di scavo. Data la natura del deposito è prevista un intervento di “spelatura” del terreno con piccoli mezzi meccanici e in seguito gli interventi manuali. L’intervento, che avrà presumibilmente una durata di 2 settimane, consentirà di stabilire l’effettiva consistenza del deposito antropico del sito e di individuarne, almeno approssimativamente, l’estensione e, se presente la stratigrafia. Per chiunque fosse interessato l’accesso è garantito. 

 

Primo piano
Il report

Toscana, il lavoro non basta per arrivare a fine mese: i poveri crescono sempre di più

di Francesco Paletti