Vicofaro, locali ripuliti e sanificati: da ricollocare i migranti più fragili
Per la Diocesi la destinazione è la comunità terapeutica di Larciano, don Biancalani: «Ci vuole tatto»
PISTOIA. Pile di materassi diretti probabilmente al macero, vestiti lasciati da qualcuno che ora è altrove, arredi di fortuna e qualche oggetto sparso. Quel che resta della Vicofaro capitale dell’accoglienza, mentre il personale e i volontari della Caritas e della Diocesi finiscono di svuotare i locali della parrocchia dove fino a pochi giorni fa alloggiavano un centinaio di migranti. Pulizia e anche sanificazione degli ambienti, tutte attività propedeutiche all’inizio dei lavori di adeguamento della struttura.
Don Massimo Biancalani è provato, almeno al momento la realtà che aveva costruito non c’è più. Deve ancora digerire l’installazione dei pannelli di legno, piazzati sabato per isolare i locali della chiesa da quelli della canonica oltre che per sbarrare le porte finestre e altri passaggi interni. Ieri mattina (lunedì 30 giugno) il parroco sembrava sul punto di annunciare “qualcosa di grosso”, per poi decidere di aspettare e rifletterci su ancora un po’. In parrocchia sono rimasti una ventina di ragazzi, di cui alcuni considerati più fragili, per motivi psichiatrici o uso di sostanze. Per loro la Diocesi avrebbe pensato alla residenza terapeutica Il Poggiolino nelle colline di Larciano, comunità gestita dalla Fondazione Sant’Atto (ente del terzo settore diocesano) che ospita persone con problemi di dipendenza inserite in percorsi di recupero. Una destinazione che volontari e operatori stanno illustrando ai diretti interessati, per coinvolgerli e agevolare un trasferimento meno traumatico possibile.
Ma non è facile, rimarca don Biancalani. «Sono un po’ preoccupato perché in queste situazioni si deve stare attenti che i ragazzi più fragili che magari sono già spaventati non decidano di allontanarsi e avventurarsi per la strada – dice – Due in questi giorni sono già scappati, mi dicono alle Cascine a Firenze. Perché alcuni interpretano queste collocazioni come un ritorno ai centri di accoglienza, un arretramento, mentre Vicofaro per loro era un altro tipo di situazione. Soprattutto per quest’ultimo gruppo serve la necessaria delicatezza e sensibilità per accompagnarli uno per uno. Qui avevano una certezza, avventurarsi da un giorno a un altro in una situazione nuova, anche migliorativa, è sempre difficile per loro».
In consiglio comunale, la vicesindaca e assessora al sociale Anna Maria Celesti ha assicurato che per l’aspetto sanitario e socio-assistenziale dei più fragili c’è un percorso già attivato». Ma non è detto che invece sia tutto semplice per coloro che non rientrano nelle situazioni di vulnerabilità più pronunciate. Pare che alcuni dei migranti trasferiti a Lucciano (Quarrata) vogliano andare via. Poi ci sono tutte le altre strutture e soluzioni già predisposte: Capostrada, Piuvica, Pistoia Nuova, hospitium Bianchi e così via. Da capire anche dove andranno gli ospiti “non fragili” presenti tuttora a Vicofaro. «Quei ragazzi sono stati finalmente tolti da un degrado inaccettabile, ci auguriamo che sia loro insegnato il rispetto delle regole, solo così potranno convivere civilmente coi residenti» le parole di Cinzia Cerdini della Lega, che durante il consiglio comunale di ieri ha ringraziato i vertici del proprio partito e anche i residenti di Vicofaro. «Qui però – la replica di Tina Nuti di Civici e Riformisti – chi si è dato da fare è solo la Diocesi assieme a Caritas».