La dottoressa Ilaria Biagini morta a 34 anni, il dolore del padre: «Mi diceva: “Vedrai che ce la facciamo”»
Pistoia, medico ortottista a Careggi e al Policlinico Gemelli lottava con un male dal 2022: «Voleva credere di farcela, dava speranza anche a noi»
PISTOIA. «Anche domenica mi ha detto: “Babbo vedrai che ce la facciamo”». Roberto Biagini, dipendente in pensione della Caript di Chiazzano, scuote la testa: «Ha lottato sino alla fine. Era una guerriera, Ilaria».
Ma ormai era tardi. Il male con cui combatteva da quasi due anni e mezzo l’aveva consumata, pur non togliendole quell’amore per la vita che l’aveva portata, ancor così giovane, a conseguire due lauree e un dottorato di ricerca. Con un’intelligenza viva, brillante che, appena scoperto di essere malata, l’aveva spronata a studiare per capire cos’aveva e se era in grado di dare un suo contributo: «La ricerca ha fatto tanti passi avanti, ma tanti ancora ne restano da fare», commenta dal piano di sopra della casa in via Vecchia Pratese babbo Roberto.
La sua Ilaria giace di sotto, sul suo letto. Piccola e minuta, un’espressione quasi distesa sul volto. Ha trascorso gli ultimi giorni nella casa dei genitori, circondata dall’affetto di Roberto, della mamma Anna Maria, della sorella Giulia. Lei che, quasi coetanea (36 anni Giulia, 34 Ilaria) accoglie e saluta che viene a porgere il proprio conforto alla famiglia.
Trentaquattro anni compiuti il 6 settembre scorso, Ilaria Biagini era un’ortottista. Dopo aver frequentato il Liceo classico pedagogico Forteguerri a Pistoia si era laureata in Ortottica e Scienze oftalmologiche con 110 e lode all’Università di Firenze. «Collaborava con Careggi e con il Policlinico Gemelli di Roma. Quando faceva la chemio, i primi giorni della settimana erano riservati alla terapia – racconta il padre – poi stava un paio di giorni a casa, e nel fine settimana andava a insegnare a Roma. All’Università del Sacro cuore».
Aveva scoperto di avere un tumore all’utero nell’ottobre del 2022, e da quel momento era iniziato un percorso di cura portato avanti con grande coraggio insieme alla famiglia: «Aveva iniziato a informarsi sul suo male, a studiare. Voleva capire». Se possibile, aiutare nella ricerca. Una guerriera, la sua Ilaria. Una persona intelligente e impegnata: «Credo che i 34 anni di Ilaria possano essere comparati ai 70 anni di una qualsiasi altra persona. Li ha vissuti tutti, pienamente». Dalla fine di agosto un improvviso peggioramento l’aveva costretta al ricovero per 93 giorni ininterrotti, a Roma. Poi, lei che da dieci anni viveva e lavorava a Firenze, era tornata a casa dei suoi. «Voleva comunque credere di farcela, dava speranza anche a me». Roberto ci chiede di poter scegliere una foto a corredo dell’articolo. Ne manda una di Ilaria, sorridente, sulla neve. La loro grande passione comune.
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