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Pistoia, niente stipendi e tredicesime: la protesta dei lavoratori del call center

Nella foto i lavoratori della Softlab nel call center di via Venturi
Nella foto i lavoratori della Softlab nel call center di via Venturi

A fianco dei lavoratori della Softlab anche i colleghi della capofila Tecnocall

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PISTOIA. Acque agitate al call center di via Venturi, a Sant’Agostino. I sindacati confederali hanno infatti proclamato un pacchetto di 6 ore di sciopero in risposta ai ritardi con cui, da mesi, vengono pagati gli stipendi ai 58 lavoratori della Softlab, la ditta che lavora in sub appalto per la capofila Tecnocall, che nello stabilimeto pistoiese ha come committente unico Enel Energia.

A scioperare oggi per 2 ore saranno i lavoratori a fine turno. Domani si asterranno invece dal lavoro, sempre per 2 ore, quelli che si apprestano a iniziare il lavoro mentre mercoledì lo sciopero riguarderà ancora le ultime 2 ore.

La solidarietà dei colleghi

A incrociare le braccia saranno comunque non solo i dipendenti della Softlab ma, per solidarietà, anche gli oltre 100 lavoratori della Tecnocall che, in un frangente così difficile, non intendono lasciare soli i propri colleghi.

«Attualmente il problema più pressante è il ritardo con cui tutti i mesi vengono liquidati gli stipendi ai dipendenti Softlab – ha detto Giulia Magrini, della Slc Cgil – ed è per questo che è stato proclamato lo sciopero. Oggi è il 15 del mese, giorno in cui i lavoratori devono vedere accreditato sul conto lo stipendio di dicembre e la tedicesima mensilità. Tuttavia i problemi di questo call center non riguardano solo la Softlab. La capofila Tecnocall, insieme a un’altra ventina di aziende di telecomunicazione riunite in Assocontact, ha infatti annunciato nell’aprile scorso la revoca del contratto nazionale di categoria stipulato con Cgil, Cisl e Uil. Al suo posto la Tecnocall e le altre aziende di Assocontact hanno intenzione di applicare il contratto redatto dalla Cisal, che, in fatto di retribuzioni e tutele, è nettamente sfavorevole ai lavoratori».

Che il barometro al call center di Sant’Agostino segni burrasca da tempo lo conferma anche Barbara Poli, rsa della Fistel Cisl Pistoia.

«Purtroppo la storia si ripete ancora. A oggi 58 dipendenti della Softlab non sanno quando gli verranno corrisposti lo stipendio e la tredicesima. Tale azienda non solo si sottrae all’adempiere puntualmente ai suoi doveri verso i lavoratori ma non fornisce comunicazioni e non collabora né con i sindacati né con la capofila Tecnocall. Ormai è chiaro che questa è un’azienda in sofferenza, che non è più in grado di fare impresa. L’amministratore unico Raffaello Aschero dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e rendersi conto delle sofferenze dei suoi dipendenti. Il committente Enel Energia è stato informato ufficialmente della grave criticità ed è stato invitato a trovare ora una soluzione per il futuro».

Una richiesta per un tavolo di confronto in Regione

La Uilcom punta invece la sua strategia di lotta sul tentativo di portare all’attenzione regionale le gravi criticità che stanno interessando, nel suo complesso, il call center pistoiese.

«Come Uilcom – conferma la sua rsa Anna Lisa Di Blasi – abbiamo chiesto di aprire un tavolo regionale di crisi. Riteniamo infatti gravissimo quello che sta accadendo e temiamo che ci sia una sottovalutazione del problema sia da parte di Enel Energia, che è il committente della commessa, che da parte di Tecnocall, che è la ditta capofila. Il mese scorso fu fatto un primo sciopero, che vide peraltro una grandissima adesione, ma adesso il problema si sta purtroppo riproponendo».

Una soluzione c’è ma non è stata ancora percorsa

Dopo mesi e mesi di continui ritardi nel pagamento degli stipendi ai dipendenti della Softlab, i lavoratori dell’intero call center decisero infatti di portare all’attenzione generale la vicenda, chiedendo anche un incontro con i vertici della capofila Tecnocall, a cui, il 22 otrtobre scorso, parteciparono i rappresentanti sindacali e il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi. In quell’occasione, emerse che una possibile via di uscita sarebbe stata il passaggio dei lavoratori Softlab all’azienda capofila. Evidentemente questa strada, seppur individuata, non è stata percorsa, e adesso il problema si è riproposto in tutta la sua virulenza.
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