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Pistoia

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«Ha denunciato al sindacato i turni massacranti»: bastonate a un lavoratore in fabbrica a Quarrata – Video

di Lorenzo Carducci

	Il presidio davanti alla fabbrica, a destra Tahla Muhammad il 22enne che ha denunciato l’aggressione
Il presidio davanti alla fabbrica, a destra Tahla Muhammad il 22enne che ha denunciato l’aggressione

L’aggressione sarebbe avvenuta stamani alle Fornaci in una ditta del settore del mobile di proprietà cinese. Vittima un 22enne pakistano, presidio del Sudd Cobas

28 ottobre 2024
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QUARRATA. «Scio-pero scio-pero». Davanti al cancello della fabbrica a conduzione cinese, dedita all’assemblaggio di divani, gli attivisti del Sindacato unione democrazia e dignità (Sudd) Cobas di Prato e Firenze manifestano indignati con tanto di bandiere. È lì che poche ore prima un operaio pakistano di 22 anni sarebbe stato bastonato per aver denunciato al sindacato la propria condizione di sfruttamento a nero, con turni di 12-14 ore e la negazione dei diritti basilari dei lavoratori.

Siamo a Quarrata, nella zona industriale delle Fornaci, vicino a Casini, in via Larga. Stabilimenti e poco altro. È in uno di questi “casermoni” che ieri mattina il giovane lavoratore Tahla Muhammad sarebbe stato aggredito da due-tre persone al vertice dell’attività, come punizione per “non aver chinato la testa”. Il ragazzo mostra i graffi sul volto, sull’avambraccio e sulla mano destra. Tramite un amico traduttore racconta di essere stato minacciato e poi picchiato non appena arrivato in fabbrica, di essere quasi svenuto e poi soccorso dall’ambulanza. L’intervento dei sanitari è avvenuto intorno alle 10,15, sul posto anche la polizia.


Oggi alle 16,30 il 22enne si è presentato fuori dal cancello, assieme agli attivisti e a una ventina di connazionali che lavorano nella stessa o in altre fabbriche, per l’azienda che Sudd Cobas riporta essere Vot International con sede a Quarrata (in via Giotto) o comunque per ramificazioni ad essa facenti capo. Ha voluto testimoniare ciò di cui è stato vittima, appena dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia (dov’è stato portato in codice giallo) con una prognosi di sette giorni. «Ha detto che farà il prima possibile denuncia», riporta l’interprete dalle sue parole.

Dalle 16 il sindacato ha indetto uno sciopero a oltranza dei circa 50 lavoratori dell’azienda. «Per l’ennesima volta un lavoratore è finito all’ospedale dopo che ieri (domenica, ndr) si è rivolto a noi per denunciare turni di 12-14 ore e gli abusi subiti in fabbrica da parte dell’azienda e del caporale che gestisce la forza lavoro – afferma Luca Toscano, coordinatore di Sudd Cobas Prato e Firenze – stamani è arrivato qui, gli è stato detto “Sappiamo che sei stato al sindacato”, è stato minacciato e poi bastonato. Ha ricevuto colpi alla testa e al braccio. Ci chiediamo che cosa debba ancora succedere in questo territorio: siamo in una fabbrica che assembla divani e troviamo lo stesso sistema schiavistico, criminale a cui assistiamo da tempo. Non è passato neanche un mese dall’ultima aggressione a Seano».

Un sistema di sfruttamento difficile da debellare, che fa leva sul bisogno dei più deboli, ma di fronte al quale gli attivisti non fanno nemmeno mezzo passo indietro. «Noi cominciamo uno sciopero, per i lavoratori di queste tre fabbriche di un’unica proprietà – continua Toscano – l’azienda è a conduzione cinese. Nelle altre fabbriche della stessa azienda un mese fa è andato l’Ispettorato del lavoro, che ha rilevato quello che stiamo denunciando. Si emettono sanzioni, si sospendono le attività e poi dal giorno dopo tutto continua come prima, nella completa impunità». Il coordinatore del Sudd Cobas rincara la dose spiegando il motivo del leggero ritardo con cui è cominciato il presidio. «Mentre stavamo andando a prendere Tahla all’ospedale – spiega – siamo stati fermati a Quarrata dai carabinieri per una perquisizione alla ricerca di armi ed esplosivi, ovviamente negativa. Ci chiediamo se siamo nel 2024 o nel 1922. Una persona viene bastonata dentro una fabbrica, lì non è stata fatta alcuna perquisizione, l’hanno fatta a noi sindacalisti». Mentre cala il sole, nella strada semivuota in mezzo alle lamiere, i giovani manifestanti continuano a far sentire la propria voce. «Tocca uno, tocca tutti. Lotta dura, senza paura. Basta lavoro, dodici ore. Otto ore, cinque giorni». Nella serata di ieri arriva anche la dura condanna e la solidarietà al lavoratore della Camera del Lavoro di Pistoia e della Fillea Cgil di Pistoia e Prato.

 

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