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Inchiesta sull’Us Pistoiese, tutto nasce da un esposto anonimo: chi sono gli indagati e le accuse

di Massimo Donati
Inchiesta sull’Us Pistoiese, tutto nasce da un esposto anonimo: chi sono gli indagati e le accuse

Richiesta di fallimento: il 14 maggio la decisione del giudice. Il procuratore Coletta: «Le successive verifiche ci hanno consentito di individuare posizioni debitorie importanti»

10 aprile 2024
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PISTOIA. Con ogni probabilità il giorno fatale sarà quello del 14 maggio. Per quella data infatti è stata fissata l’udienza davanti al giudice Sergio Garofalo, chiamato a valutare se esistano o meno i presupposti per non dichiarare seduta stante il fallimento della Us Pistoiese 1921 srl, dando seguito all’istanza con cui la procura della Repubblica ha chiesto l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale, alla luce dell’inchiesta penale avviata con le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta e di fatturazioni per operazioni inesistenti. Indagini che, affidate ai finanzieri della sezione di pg della procura stessa, hanno preso il via in seguito al recapito sui tavoli del palazzo di giustizia, lo scorso dicembre, di un dettagliato esposto anonimo, in cui venivano sottolineati gli elementi sospetti e in un certo modo incomprensibili della travagliata gestione legata a Maurizio De Simone.

Oltre al 44enne ex patron arancione, attualmente garante dimissionario del Trust Orange – in carcere da giovedì scorso nell’ambito dell’inchiesta della procura europea di Venezia su una maxi-truffa da 600 milioni sui fondi Pnrr – per tali reati sono indagati Matilda Jace, 37 anni, dimissionaria dalla carica di amministratore unico della Us Pistoiese 1921 srl, nonché “director” del Trust Pragne, il commercialista della società Antonio Gammieri (68 anni), padre dell’avvocato ex amministratore unico del club, e Omar Vecchione (48 anni), creatore della Omav, la società che, nella stagione calcistica 2022/23 era partner commerciale della Pistoiese e di cui risultava dipendente lo stesso De Simone: i rapporti furono interrotti dalla Pistoiese dopo che, a dicembre 2022, la sede della Omav fu visitata dalla finanza a seguito di un’indagine della procura di Avellino per una truffa da 15 milioni di euro sui bonus facciata.

Fatto sta che la procura di Pistoia indagava già da alcuni mesi sui dissesti economici della Pistoiese quando giovedì scorso sono state eseguite le misure cautelari emesse dal gip di Roma nell’abito dell’inchiesta veneziana. Da quando in procura era arrivato l’esposto anonimo.

«La procura di Pistoia era da tempo che aveva percepito dei rumors – spiega il procuratore capo Tommaso Coletta – poi abbiamo ricevuto un esposto anonimo molto dettagliato che ci ha consentito di iniziare un’autonoma attività di verifiche che è durata un paio di mesi, e che ci ha consentito di individuare posizioni debitorie importanti da parte della società. E quindi abbiamo messo in cantiere l’idea e la relativa istruttoria per un ricorso per fallimento».

«Nel corso di questi accertamenti preliminari – prosegue Coletta – abbiamo appreso che vi era un’altra indagine e quindi abbiamo concordato di far coincidere i momenti di esecuzione delle nostre perquisizioni per acquisire scritture e libri contabili della società con il momento di esecuzione dei provvedimenti emessa dalla procura europea. Perciò, la settimana scorsa, abbiamo avuto in coincidenza l’esecuzione di questi diversi provvedimenti, acquisitivi nostri e cautelari da parte di Eppo».

Da ricordare che l’inchiesta della procura europea di Venezia è culminata giovedì scorso con l’esecuzione in mezza Italia e all’estero da parte della guardia di finanza di 23 misure cautelari, nell’ambito di una maxi-truffa da oltre 600 milioni di euro ai danni della Ue, messa a segno attraverso l’illecito incasso di finanziamenti Pnrr. Oltre a De Simone, in carcere sono finite altre 12 persone (tra cui Stephan Lehmann, il 61enne imprenditore tedesco detentore delle quote di maggioranza della Holding Arancione fino a maggio 2023, quando cedette il controllo proprio a De Simone) e agli arresti domiciliari altre nove (un’altra è stata colpita solo da una misura interdittiva).

«Noi – conclude il procuratore capo di Pistoia procediamo per reati di bancarotta, in particolare per operazioni dolose che hanno poi determinato l’aggravio della posizione debitoria della società. Non c’è una strettissima connessione con l’indagine Eppo, che altrimenti avrebbe attratto la competenza anche di questo reato nel filone principale per i reati che danneggiano i bilanci dell’Unione Europea».

Come detto, il 14 maggio, il giudice del tribunale fallimentare deciderà sulla richiesta di “fallimento” presentata dalla stessa procura di Pistoia sulla base degli elementi emersi in questi mesi di accertamenti. Pare molto difficile che la società (o chi per essa nel caso di improbabili passaggi di consegne o dell’arrivo di un finanziatore esterno ) possa presentare un credibile piano di risanamento o una richiesta di liquidazione alternativa a quella giudiziale. Per cui il giudice si vedrebbe costretto a sentenziare il fallimento e a nominare un curatore di fronte alla mole di debiti attualmente a carico della Us Pistoiese srl: circa 2 milioni di euro.

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