Nuova funivia all’Abetone, il comitato del No: «Il percorso partecipativo è un flop»
Nuova assemblea a Popiglio: «Le decisioni riguardanti il territorio di San Marcello Piteglio sono state affidate a non residenti»
ABETONE. Il comitato del no alla nuova funivia si scaglia contro il percorso partecipativo che è stato organizzato in modo tale da dar voce anche agli abitanti delle zone interessate dal progetto.
Intanto per la sera di martedì 3 ottobre il comitato “Un altro Appennino è possibile” ha organizzato una seconda iniziativa pubblica a Popiglio per « sostenere i motivi del nostro no alla funivia Doganaccia - Corno alle Scale, e proporre un utilizzo diverso dei 16 milioni di euro destinati, appunto al collegamento». L’appuntamento è alle 21 alle ex scuole. «Riassumeremo i dati più salienti e le criticità del progetto a cui ci opponiamo e le associazioni aderenti al comitato potranno argomentare il proprio parere e la propria idea di montagna sostenibile».
Sul percorso finora svolto «Non sono stati raggiunti gli obiettivi previsti - si spiega – dovevano esprimersi gli abitanti di San Marcello Piteglio e invece la stragrande maggioranza rappresentava interessi di privati di Abetone Cutigliano. Il Comune di San Marcello Piteglio ha assegnato a una società specializzata il compito di coinvolgere la popolazione in un percorso partecipativo per acquisire valutazioni e punti vista, utili per il consiglio comunale, sul tema della realizzazione della nuova funivia: infatti il percorso della funivia ricadrebbe per il 90% proprio nel territorio comunale di San Marcello Piteglio».
«Il coinvolgimento doveva quindi essere dedicato alla popolazione di San Marcello Piteglio, ma nella realizzazione pratica, agli incontri del percorso partecipativo (5, 15 e 29 settembre) è stata ammessa una larghissima maggioranza di partecipanti residenti nel comune di Abetone Cutigliano; erano addirittura presenti in massa i proprietari delle seconde case di Doganaccia, provenienti dalla Toscana e da altre regioni. In alcuni casi il rapporto ai tavoli di confronto era 10 per il si e uno per il no. E per di più si sono verificati comportamenti che hanno impedito la libera espressione di punti di vista diversi da quelli della maggioranza dei partecipanti. Di fatto decisioni riguardanti il territorio di San Marcello Piteglio sono state affidate a non residenti. E nel confronto non sono state rappresentate le istanze di portatori di interessi generali».