Il Tirreno

Pistoia

Dai vivai pistoiesi le 150mila piante della più estesa oliveta bio toscana

Dai vivai pistoiesi le 150mila piante della più estesa oliveta bio toscana

Nella piana di Scarlino la scommessa dell’azienda agricola Olio Veritas

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PISTOIA. Arrivano dalle aziende del distretto vivaistico pistoiese le 150mila piantine di olivo che, una volta a regime, costituiranno la più estesa oliveta biologica della Toscana che sta prendendo forma a Scarlino, in Maremma. Con varietà rigorosamente regionali (leccio del corno e maurino), capaci di sfidare la siccità e gli effetti dei cambiamenti climatici, avrà 200 ettari di superficie, in parte recuperati e strappati all’abbandono, e produrrà 200mila litri di olio extravergine pronto a percorrere la strada che porta alla certificazione Toscano Igp.

Questi i numeri del nuovo impianto che l’azienda agricola “Olio Veritas”, che ha sede a Massa Marittima, sta realizzando in quelli che erano i terreni della storica azienda agricola Vetricella, nella piana di Scarlino, le cui prime tracce risalgono al periodo del Medioevo. La nuova oliveta avrà anche a disposizione un mega invaso capace di raccogliere 90mila metri cubi di acqua piovana per irrigare, quando ci sarà bisogno, gli ulivi senza dover attingere dai pozzi.

L’olio biologico sarà estratto nell’impianto dell’Olma di Braccagni, glorioso oleificio cooperativo che con i suoi 6-7.000 quintali medi/anno di extravergine contribuisce per quasi la metà alla produzione dell’olio Evo Igp Toscano.

«Il nostro obiettivo – spiega il direttore generale dell'azienda Rocco Delli Colli, eclettico imprenditore del frusinate trapiantato in Svizzera e, fra l’altro, presidente di una società di calcio – e stato sin da subito quello di valorizzare l’olivicoltura autoctona, salvaguardando olivete secolari e innestando coltivazioni nuove. Abbiamo cominciato diversi anni fa con i primi 5 ettari ad Artino (Frosinone, nda), per poi proseguire con l’azienda agricola Olio Delli Colli a Campagnatico, dove abbiamo impiantato un centinaio di ettari, sempre a conduzione biologica, per arrivare alla scommessa della “Vetricella”. Che costituirà il più esteso oliveto bio della Toscana, e dove metteremo a dimora solo piante autoctone come Leccino del Corno e Maurino, selezionate nei vivai di Pescia e Pistoia, resilienti alle alte temperature e ai periodi siccitosi. Nel merito – aggiunge Delli Colli – abbiamo fatto la scelta di un impianto intensivo, con 1.000 piante a ettaro, rispetto alle 1.600/2.300 del super intensivo, e ci doteremo di un bacino di accumulo idrico da 90mila metri cubi in modo da avere a disposizione l’acqua per l’irrigazione di soccorso nel caso in cui se ne sia bisogno. Tutte le nostre olive, infine, verranno sottoposte al disciplinare dell’Igp Toscano e saranno lavorate presso l’oleificio Olma, che insieme a Certified Italia si occuperà anche della commercializzazione».

«Questa nuova tipologia d’impianto olivicolo con le varietà Leccino e Maurino interpreta le mutate condizioni dello scenario climatico che stiamo già affrontando ogni giorno e che anche quest’anno ci faranno perdere produzione. – spiega il Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano Igp, nonché presidente di Olma, Fabrizio Filippi – Lunghi periodi di siccità, fiammate di caldo, piogge improvvise e abbondanti non sono più eventi e situazioni eccezionali ma quasi la normalità. I nuovi olivi avranno sesti d’impianto ad alta intensità con piante potate non a vaso policonico, ma con la tecnica della “cimatura”, così da avere filari di alberi con chiome “a parete”, adatti all’utilizzo di macchine scavatrici che lavorano a pettine nella raccolta delle olive».

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