Sicurezza anti-Covid “Sa-fe”, una start-up per certificare le strutture ricettive
Dalla creatività di due ingegneri di Quarrata e di Prato è nata l’idea per dare un aiuto al rilancio del turismo
pistoia
“Safe” in inglese vuol dire sicuro. Ma Sa-Fe è qualcosa di più: perché dentro “safe” c’è la “sa” di salute e la “fe” di felicità, caratteristiche essenziali per il benessere che ognuno cerca in vacanza. Ancor di più ora, in un mondo che fa ancora i conti con l’emergenza sanitaria. Parte da qui l’idea di una coppia di professionisti toscani, Marco Ciccone, di Quarrata, e Antonio Asquino, di Prato, “padri” della certificazione Sa-Fe rivolta al mondo dell’ospitalità. Per permettere a hotel, agriturismi, bed & breakfast (ma anche centri fitness e negozi) di “certificare” volontariamente al cliente il loro rispetto delle misure di sicurezza anti Covid 19. Dotandoli di una carta in più da spendere per convincere il turista incerto a scegliere la loro struttura per una vacanza in sicurezza.
La certificazione Sa-Fe si prefigge di essere un incentivo al rilancio di un settore importante per l’Italia.
«L’idea è quella di creare un protocollo che possa essere applicato alle strutture alberghiere – ci spiega Ciccone, ingegnere civile – Nel mondo delle prenotazioni online le certificazioni che leggiamo sono fatte dai commenti dei clienti, in questo caso la certificazione Sa-Fe è data dal team di professionisti che abbiamo riunito. Ci sono ingegneri ma anche avvocati e commercialisti. Una volta ottenuta la certificazione, che, a seconda del rispetto dei parametri – può dare un livello di sicurezza d’oro, di argento o di bronzo, la rendiamo pubblica, così che il cliente abbia il senso di quanto la struttura risponde ai livelli di sicurezza».
Davanti alla creatività di questo ingegnere che fa parte del team tutto toscano che si è unito e ha lanciato un progetto innovativo unico in Italia, si ha più chiaro il significato di uno dei mille termini anglofoni di cui si abusa spesso senza saperne il significato:“start-up”. Ma Sa-Fe è una “nuova impresa” anche perché scaturita, dall’idea di quello che si può definire un “cervello in fuga” poi rientrato in Italia come il quarratino Ciccone. Che, diplomato all’allora istituto per Geometri “Fermi”, dopo la laurea in ingegneria civile ha iniziato a lavorare in giro per il mondo. Prima sotto il cielo d’Irlanda e poi nel cuore del sogno americano, a New York, dove ha lavorato per una famosa casa di moda. «Ma una volta acquisito un bagaglio culturale importante – dice Ciccone – ho deciso due anni fa di tornare qui. Perché amo la Toscana e volevo fare qualcosa di mio».
Sul sito www.sa-fe.it ci sono tutte le modalità per avere la certificazione, che si basa sul modello di società di benefit. Ovvero «oltre a guardare all’utile – dice Ciccone – guarda al benessere della società». —
ELISA PACINI