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Dopo il decreto sicurezza il volontariato fa squadra e nasce “Terra aperta”

Giulia Gonfiantini
Dopo il decreto sicurezza il volontariato fa squadra e nasce “Terra aperta”

Diciotto associazioni si mettono in rete per dare risposte più efficaci ai migranti espulsi dai percorsi di integrazione La presentazione in Seminario

19 giugno 2019
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PISTOIA. Per le realtà locali impegnate nell'accoglienza dei migranti, è necessario attrezzarsi in vista delle conseguenze prodotte dalla conversione in legge del “decreto sicurezza”. Nuovi bisogni potrebbero nascere, ad esempio, dall'uscita dei migranti dagli attuali sistemi di protezione. Ecco perché 18 soggetti appartenenti al mondo dell'associazionismo e del volontariato pistoiese hanno scelto di unire le forze per dare delle risposte più efficaci. Ne è nata una rete solidale - denominata “Terra aperta” - unica nel suo genere: a presentarla ufficialmente, nell'aula magna del seminario vescovile, c'erano il responsabile d'area degli scout Agesci, Claudio Curreli, la vicedirettrice della Caritas Pistoia, Francesca Meoni, e Fabiano Pesticcio, presidente del Gruppo Incontro. Per loro, i richiedenti asilo non saranno gli unici destinatari: «Non ci rivolgiamo solo a loro, ma a tutti coloro che hanno bisogno» precisa Curreli.. L'idea alla base del progetto, nato da un percorso di riflessione e di confronto avviato negli ultimi mesi dalle associazioni locali, è di sommare esperienze e risorse delle singole realtà a favore del'integrazione.

«Ci siamo messi attorno a un tavolo lavorando a un protocollo d'intenti e al contempo alle modalità operative - prosegue Curreli - per arrivare a poter offrire insieme risposte in termini di posti letto, di assistenza legale e sanitaria, fino alle attività collaterali o all'insegnamento della lingua italiana. Le realtà promotrici della rete hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al tema dell'accoglienza come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini».

Terra Aperta avrà nei centri di ascolto Caritas «una delle principali porte di accesso - afferma Meoni - a un sistema che prevede di mettere in campo le diverse competenze delle realtà provinciali. Il tentativo è di garantire a tutti una forma di tutela costante, per non lasciare per strada nessuno».

Al momento i soggetti aderenti all'accordo stanno lavorando per censire e determinare le risorse presenti al proprio interno. Difficile al momento quantificare i bisogni a cui si dovrà far fronte: il numero dei destinatari non è riducibile a quanti usciranno dai Centri di accoglienza straordinari e in ogni caso il target di riferimento non si esaurisce con loro.

Di certo, per i firmatari, c'è solo la preoccupazione per gli effetti della legge 132/2018 e del nuovo schema di capitolato per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. «Per molti stranieri sarà arduo ad esempio accedere alla residenza, che è un prerequisito fondamentale per avere accesso a servizi sanitari, scolastici, lavorativi: un aspetto, questo, tra i più dirimenti della normativa», dice Pesticcio.

L'accordo, aperto a nuove adesioni, è stato sottoscritto anche dalle cooperative Arkè, Gli Altri e Pantagruel, le sigle Cgil, Cisl e Uil, il consorzio Coeso, la sezione scout del Cngei (Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani), associazione Porta aperta, Libera, L'acqua cheta, il Coordinamento per la tutela legale dello straniero degli avvocati di Pistoia, la parrocchia di Santomato e San Martino de Porres. —

Giulia Gonfiantini
 

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