Il Tirreno

Pistoia

Licio Gelli: tutto è iniziato in un'industria di materassi

Pasquale Petrella
Licio Gelli a Villa Wanda in una foto di oltre 10 anni fa
Licio Gelli a Villa Wanda in una foto di oltre 10 anni fa

L'ex venerabile riposerà nella tomba di famiglia nel cimitero della Misericordia di Pistoia. Il burattinaio della P2 aveva costituito quattro anni fa il Movimento etico difesa internazionale crocifisso (Medic) e il pistoiese Paolo Baldassarri ne fa parte

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PISTOIA. Nominare il nome di Licio Gelli ad un pistoiese è come mostrare il diavolo all’acqua santa. Ma l’ex venerabile qui è nato nel 1919 e qui sono nati la prima moglie Wanda Vannacci che sposò il 16 dicembre del 1944, esattamente settantuno anni fa, e i quattro figli: Raffaello (1947), Maria Rosa (1952), Maria Grazia (1956, deceduta nel 1988) e Maurizio (1959). E qui c’è la cappella di famiglia dove la sua salma avrà il riposo eterno. Pistoia, che qualcuno ha soprannominato «la città del silenzio», sembra ben lieta di aver quasi cancellato i natali di Gelli. “Forse anche perché i pistoiesi avevano capito subito di che stoffa fosse fatto” . Ma la storia di Licio Gelli parla anche del suo rapporto col partigiano pistoiese Silvano Fedi col quale partecipò alla liberazione di prigionieri politici dal carcere delle Ville Sbertoli, nel periodo in cui il venerabile aveva abbandonato gli amici di sempre, ovvero i fascisti, ed aveva cominciato a fare il doppio gioco passando alla Resistenza.

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Una vita dai mille misteri quella del burattinaio della P2 che ha comunque segnato con un’ombra anche la sua città natale dove oggi, giovedì 17 dicembre, la sua salma alle 11 sarà esposta nelle cappelle del commiato della Misericordia poi, alle 15 la funzione religiosa nell’attigua cappella ed infine la tumulazione nella tomba di famiglia nel cimitero della stessa Misericordia. “Morto Licio Gelli. Se n’è andato uno dei pochi motivi per cui non andavo fiero di essere pistoiese. Un po’ in ritardo, quello sì” scrive Alessandro su twitter ed è questo il sentimento della stragrande maggioranza dei cittadini ai piedi del Palazzo Di Giano. D’altronde il grande burattinaio della P2 non ha mantenuto contatti con la sua terra natìa. Suo padre Ettore, originario della vicina Montale, era un proprietario terriero e aveva anche un mulino che poi è stato ristrutturato e destinato ad altre funzioni. Altre cose che parlino di Licio Gelli a Pistoia non ce ne sono, se si escludono alcune tombe di famiglia dove adesso anche la sua salma riposerà. Ed è proprio al cimitero della Misericordia che Gelli amava tornare, una volta l'anno e senza dare nell'occhio, quando le forze glielo consentivano ancora. Per il resto, nulla. Pistoia, ha quasi cancellato i suoi natali anche se adesso ne accoglie le spoglie. Il primo episodio che si ricorda di lui fu la partenza per la Spagna come volontario franchista, a 17 anni. Fu poi impiegato della Federazione di Pistoia, quindi segretario del fascio di Cattaro, in Montenegro. Dopo l'8 settembre tornò a Pistoia al seguito delle truppe tedesche e militò quindi nella Repubblica sociale. Ma Gelli già allora era Gelli: lo stesso uomo che si era sentito definire torturatore di partigiani fu abilissimo nell'intrecciare rapporti anche con esponenti della Resistenza e l'ingresso degli alleati in città lo vide tra i primi ad esultare. «Licio Gelli era fascista ed è morto da fascista. Oltre ad essere un gran credente» racconta Paolo Baldassarri, ex preside dell’istituto Pacini ed attuale presidente del conservatorio di San Giovanni di Pistoia, uno dei pochi a non aver timore a parlare dell’ex venerabile. «Forse non tutti sanno che è stato lui quattro anni fa a creare il Medic, Movimento etico difesa internazionale crocifisso e ad aver messo a capo dello stesso l’architetto Mezzaroma oltre ad aver creato referenti in tutte le regioni d’Italia». Un’amicizia quella fra Licio Gelli e Paolo Baldassarri nata una trentina di anni fa. «Ci siamo conosciuti per caso in un ristorante – racconta Baldassarri – Quando ha saputo che ero il preside dell’istituto Pacini ha detto di essere stato studente in quella scuola e da lì ci siamo tenuti in contatto e sono andato spesso a trovarlo a Villa Wanda, lì ho portato diversi pistoiesi e lì ho conosciuto anche Cossiga. Gelli era un uomo molto generoso, di spirito e lucidissimo. L’ultima volta che l’ho sentito è stato una decina di giorni fa ed era sereno e molto vigile, come sempre».

A Pistoia, nel dopoguerra, Gelli fece il commerciante, prima in una cartoleria e poi in un negozio di macchine per scrivere Remington. Ma la sua carriera doveva essere ben altra. La mossa giusta fu avvicinarsi all'onorevole democristiano di Montecatini, Romolo Diecidue. Gli faceva da autista, ma intanto osservava, stringeva mani, allacciava rapporti. Si lanciò nell'industria collaborando con Giovanni Pofferi, patron della Permaflex. «Era il direttore dello stabilimento Permaflex in località Gello» rammenta Calogero Armato, noto professionista pistoiese che aveva rapporti con don Enzo Benesperi della parrocchia di Gello. «La Permaflex ha dato lavoro a tantissimi abitanti della zona e quindi c’era un senso di gratitudine per Licio Gelli. Poi cambiarono le condizioni politiche e Gelli si trasferì nello stabilimento di Frosinone della Permaflex, seguendo le vicende politiche nazionali».

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