Pisa, caos stadio: tra la data di riapertura della gradinata e gli attriti tra Comune e società sulla nuova Arena
Bagarre in consiglio comunale: tiene banco la questione della “casa” dei nerazzurri. L’assessore Latrofa fa il punto della situazione e parla dei rapporti tra l’amministrazione e il club
PISA. La questione stadio tiene banco anche nel consiglio comunale chiuso alle tre di notte di mercoledì 6 dicembre dove sono stati votati ben 370 emendamenti (51 sono stati approvati) , al Dup, il Documento unico di programmazione presentati dall’opposizione (per la cronaca il Dup è stato approvato). Tra questi emendamenti anche uno riguardante l’Arena Garibaldi a cui è stato aggiunto un Ordine del giorno. Entrambi i documenti sono stati presentati dal Partito Democratico. Respinti entrambi con 17 voti contrari e 9 favorevoli.
Considerati gli ultimi problemi emersi in gradinata e il trasferimento di molti tifosi in tribuna e i problemi riscontrati all’ingresso in Curva nord, settore popolare dove da anni la capienza è ridotta, il Pd ha chiesto a il sindaco e alla Giunta di impegnarsi a «prevedere un piano certo e un cronoprogramma per la manutenzione dell’Arena Garibaldi per rendere nuovamente accessibile in modo completo la gradinata e ridare una capienza adeguata alla Curva di almeno 4000 posti».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Nerini spiega perché la maggioranza ha votato in modo contrario: «Non c’è bisogno di un cronoprogramma, i lavori in gradinata sono già iniziati e proseguiranno nei prossimi mesi per rendere l’Arena più sicura e farla tornare a breve alla capienza di inizio stagione. Abbiamo dimostrato in questi anni di prestare una grande attenzione alle sorti dello stadio. Stiamo facendo e faremo la nostra parte».
C’è anche la possibilità che si possa riaprire il famoso “curvino” o Vecchia guardia. Ma questo è un passo successivo. Durante il consiglio comunale fiume il consigliere del Pd Marco Biondi ha replicato proprio a Nerini alla fine di un botta e risposta piuttosto vivace: «Per noi è una priorità sistemare un bene che è di proprietà comunale. Se la società non sta dando risposte, tocca al Comune farsi carico dei lavori. Per noi è una priorità inserire questo emendamento all’interno del Dup, come anche l’ordine del giorno presentato. Ritengo necessario dare delle risposte e delle tempistiche concrete ai tifosi e a tutti quelli che amano i colori neroazzurri».
Ma al di là del dibattito politico, il punto della situazione è stato fatto pochi giorni fa in Commissione 1 dal vice sindaco Raffaele Latrofa: «È iniziato un percorso subito dopo i distacchi di intonaco della gradinata. Abbiamo speso circa 80mila euro, cercato di individuare le zone più critiche e fatto delle prove di carico che hanno dato un esito positivo. C’è stata una messa in opera di reti per ottenere parere favorevole anche per le ulteriori file, non solo per le prime sei, che ci permetterà di riaprire tutta la gradinata. Questo già nell’arco di alcune settimane». È stata commissionata all’ingegner Paolo Landi una perizia che avrà bisogno di un po’più di tempo per gli altri lavori. «Una volta terminato questo passaggio – continua Latrofa – avremo un quadro sui costi necessari per mettere la gradinata in sicurezza senza più infiltrazioni. I lavori inizieranno solo con la buona stagione. Noi ci siamo sempre occupati dei lavori quando ci sono stati dei piccoli distacchi. Non avevamo preso in considerazione di fare lavori ingenti con cifre importanti perché la proprietà aveva manifestato la volontà di fare il restyling dello stadio».
Latrofa, sempre in Commissione, ha ribadito che il Comune aspetta un segnale da parte del Pisa: «In questi anni non abbiamo ricevuto nessuna documentazione da parte del Pisa sporting club sul nuovo stadio. Auspichiamo e confidiamo che il Pisa proceda a fare questa operazione ma più di questo non possiamo fare. Un’operazione che era stata stimata in circa 35 milioni di euro qualche anno fa. Noi come amministrazione non possiamo mettere fretta a un privato. Possiamo invece adempiere velocemente a tutti i nostri doveri sulla manutenzione come stiamo già facendo».
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