Pisa, 20 milioni di monte ingaggi: ecco il confronto con le altre realtà del campionato
Il costo della parte fissa degli stipendi è più che raddoppiato negli ultimi due anni. Ma ci sono sei società di B che spendono di più: la Sampdoria è a quota 27 milioni
PISA. Nelle ultime due stagioni il monte ingaggi del Pisa Sporting club è più che raddoppiato, considerando gli emolumenti fissi, passando dai 9 milioni di euro del 2021-22 ai 19.783.954 euro di questa stagione, settimo monte ingaggio più alto dell’attuale campionato di Serie B. Questo stando ai dati del prospetto annuale distribuito nei giorni scorsi dalla Lega B alle venti società che compongono l’organico dell’attuale torneo.
I costi totali dei club per gli emolumenti fissi sono di 258.958. 514 euro ma a questi fanno aggiunti i vari bonus e i contributi previdenziali che fanno aumentare la cifra a circa 300 milioni di euro.
Monte ingaggi da playoff
Comanda la classifica del monte ingaggi la Sampdoria, che al momento è solo quindicesima, con quasi 27 milioni. Secondo il Parma, attualmente primo in campionato, con poco più di 23 milioni; poi Como, Cremonese, Venezia e Spezia, attualmente terz’ultima, tutte sopra i 20 milioni. Subito dietro i nerazzurri ecco il Palermo che con 17. 825. 574 euro chiude la “griglia playoff” degli ingaggi. Sampdoria, Pisa e Spezia per ora non sono nelle prime otto, al contrario delle altre cinque squadre; i nerazzurri sono messi meglio in classifica rispetto alle due squadre liguri. È ancora presto però per fare un bilancio con ancora 25 giornate da disputare.
Il confronto
Confrontando i dati del Pisa con le precedenti stagioni vediamo che nel 2022-23 il monte ingaggi del Pisa era addirittura il sesto ma con 16. 563. 533 euro. Davanti ai nerazzurri c’erano Genoa e Cagliari poi promosse in A, Parma e Venezia arrivate ai playoff ma anche il Benevento retrocesso in C. Il Frosinone, vincitore del campionato, si trovava solo all’undicesimo posto con 10.148.024 euro. Per il Pisa però finì con un deludente undicesimo posto con 47 punti dopo una brutta partenza e un finale ancora peggiore con nel mezzo un’illusoria rimonta.
Da notare come è lievitato di oltre tre milioni di euro il monte ingaggi dei nerazzurri nell’attuale campionato. Addirittura più che raddoppiato se pensiamo al 2021-22. La prima stagione in cui il mercato è stato fatto con a capo del club il patron Alexander Knaster, diventato azionista di maggioranza nerazzurro il 20 gennaio 2021, il Pisa si trovava al dodicesimo posto con 9 milioni di euro.
Eppure in campo ha lottato per la serie A, restando a lungo in testa al campionato e arrivando terza nella stagione regolare, a due punti dalla Cremonese seconda, e perdendo la doppia finale playoff solo ai supplementari contro il Monza che aveva il secondo monte ingaggi più alto di quel torneo. Inferiore solo a quello del Parma, solo dodicesimo in campionato, che in quella stagione fa segnare il record per la B sfondando il muro dei 32 milioni di euro.
Crescita esponenziale
Se andiamo a ritroso nel tempo, notiamo come nelle ultime cinque stagioni il monte ingaggi dei nerazzurri, ma anche quello dell’intero campionato, è sempre andato in crescita. Nel 2020-21 il Pisa era al tredicesimo posto con 7.554.571 euro. In campionato la squadra si salvò senza problemi conquistando 48 punti, uno in più della passata stagione, ma chiudendo al quattordicesimo posto. Comunque in linea con il proprio monte ingaggi. Più che buono il risultato ottenuto nel 2019-20 quando da neopromossa la società dei Corrado e dell’allora patron Enzo Ricci conquistò il nono posto con 55 punti. La squadra allenata da Luca D’Angelo venne esclusa dai playoff solo per la peggiore classifica avulsa. Nella graduatoria del monte ingaggi il Pisa occupava sempre il tredicesimo posto ma con 5.789.127 euro. Oltre quattordici milioni di euro in meno rispetto alla spesa di questa stagione. In quel caso a fine stagione gli emolumenti salirono a 6.294.764, euro compresi bonus e contributi previdenziali. Quindi poco più di 500mila euro in più rispetto agli emolumenti fissi.
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