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Calcio: Serie B

Il cantiere del Pisa deve riaprire

di David Biuzzi
Il cantiere del Pisa deve riaprire<br type="_moz" />

Il tecnico Aquilani costretto a cercare nuove soluzioni dopo lo stop di D’Alessandro. Le opzioni sono diverse e non è da escludere neanche l’ipotesi del cambio di modulo

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PISA. Se qualcosa può andar male, lo farà. È la prima “Legge di Murphy” e il Pisa sembra esserci caduto dentro con tutte le scarpe. Soltanto che a differenza delle raccolte (la prima è uscita nel 1988) dell’umorista americano Arthur Bloch, c’è più amarezza che allegria. Almeno per Alberto Aquilani, che deve tornare a vestire i panni dell’ingegnere, ma anche dal capomastro e del manovale, e riaprire ancora il cantiere Pisa. L’assenza prolungata (quantificabile in un paio di mesi) di Marco D’Alessandro, infatti, costringe il tecnico per l’ennesima volta a ridisegnare se non l’intero edificio nerazzurro ma almeno l’ultimo piano. Cioè l’attacco.

Le terza linea

Soprattutto il supporto. Cioè la linea dei fantasisti che nel 4-2-3-1 finora indossato dalla squadra compre la zona di campo dietro l’unica punta. Dopo Matteo Tramoni, infatti, se ne va (per un po’) un altro dei tre trequartisti schierati nel debutto (vincente e convincente) di Genova. L’unico superstite, almeno in ottica FeralpiSalò (avversario di sabato pomerigio) ma non solo è Alessandro Arena. Che tanto con la Samp che nell’ultima apparizione con il Bari ha giostrato in posizione centrale. Dove non solo brilla di luce propria ma forma una coppia molto ben assortita con Stefano Moreo. Riportarlo sulla destra a colmare il vuoto lasciato dal problema al ginocchio dell’ex Monza, dunque, sarebbe la mossa più semplice ma non è scontata. Col Bari, infatti, le cose sono andate decisamente molto bene proprio con Arena in posizione centrale, D’Alessandro a destra e Mattia Valoti dall’altra parte. Quest’ultimo è più propenso ad accentrarsi, ma la sensazione (forte) lasciata dalla gara coi pugliesi è che la quadratura del cerchio fosse finalmente stata trovata.

Le soluzioni

Ora, però, il tecnico dovrà per forza tornare a metterci le mani. Gli uomini per farlo ci sono, ma le caratteristiche forse no. Ecco perché dovrà di nuovo inventarsi qualcosa. Emanuel Vignato, ad esempio, ha abbastanza talento (e anche qualcosa in più) per non far rimpiangere nessuno. Può giocare da esterno d’attacco (e infatti è uno dei principali candidato a farlo) ma non è un esterno d’attacco puro come D’Alessandro. Jan Mlakar, invece, proprio in una posizione defilata che giocato nell’ultima apparizione con la Nazionale slovena ed è l’altro indiziato a tappare la falla. Anche lui, però, è un attaccante e non uno specialista della fascia. Difficile, poi, pensare che l’allenatore voglia ripetere quanto fatto nel finale dell’ultimo match, con Barbieri ed Esteves, cioè due terzini, a presidiare rispettivamente destra e sinistra.

Le varianti

Al momento, dunque, il ballottaggio per il dopo D’Alessandro vede Vignato e Mlakar in prima fila. Però esistono anche le varianti. Ad esempio Idrissa Touré, che ha consumato il debutto stagionale col Bari da sottopunta ma che ha la gamba per giocare in fascia. Soprattutto la destra, dove spesso i ha imperversato negli anni scorsi. Non può essere esclusa, poi, l’ipotesi del cambio di modulo. O almeno della correzione. Col 4-2-3-1 che potrebbe diventare 4-3-3 (o 4-3-2-1) con Valoti nella zona di Marin e Veloso. E c’è da considerare anche presto ci sarà anche l’opzione Torregrossa. Tutto dipende e dipenderà, ovviamente, da Aquilani. Dalla sua visione e dal modo in cui vorrà interpretare la gara. Nel cantiere Pisa, insomma, sono ancora lavori in corso.


 

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