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L'analisi

La pessima abitudine del Pisa

di Massimo Berutto
La pessima abitudine del Pisa

Sotto nel punteggio già 15 volte nelle 29 partite consumate in questo campionato. Situazioni sanate in 8 occasioni (2 acuti e 6 pari) ma l’allarme dell’ad Corrado è reale

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PISA. «Andiamo troppo spesso in svantaggio e commettiamo delle ingenuità: questo è un campionato che, quando vai sotto, non ti perdona nulla e rischi di compromettere la partita». Così, alla fine della sfida persa a Modena, l’amministratore delegato del club nerazzurro, Giovanni Corrado, ha messo l’accento su un difetto che finora non è stato risolto e che sta presentando un conto decisamente salato.

I numeri, infatti, confermano in pieno le parole del dirigente. A Modena, tanto per farla breve, i nerazzurri si sono visti sfuggire il primato relativo alla striscia positiva esterna, cogliendo però un piccolo record assai meno piacevole: Marin e soci sono andati in svantaggio nella quindicesima gara su 29 partite di campionato disputate. Praticamente in 1 partita su 2 (anzi aritmeticamente qualche decimale in più), ma in realtà in modo discontinuo: 6 nelle gestione iniziale di Rolando Maran, 2 nella successiva lunga serie positiva con Luca D'Angelo al timone e poi 7 (sempre nei primi tempi) negli ultimi 10 incontri. Mai si erano verificate così tante situazioni da rimontare nei primi 29 turni dei 4 anni precedenti, ossia dall'arrivo del tecnico pescarese in poi.

Superata anche la quota raggiunta dal Pisa di Rino Gattuso, retrocesso in Serie C nell'annata 2016/17, che andò sotto (nel punteggio) in 14 partite delle prime 29. Per trovare una prestazione peggiore bisogna tornare ad un altro precedente sfortunato: la stagione 2008/09, destinata a un’altra caduta verso il barato della retrocessione in C e il fallimento, caratterizzata da 17 gare in condizioni sfavorevoli fra le prime 29.

A fare la grande, anzi enorme differenza fra due campionati negativi e l'attuale posizione, in piena zona playoff, è ovviamente la capacità di reagire, in modo più o meno confusionario. Per restare agli episodi più vicini nel tempo contro il Palermo una prodezza di Sibilli ha rimesso le cose a posto quando il Pisa sembrava incapace di offendere e a Modena Masucci è giunto vicinissimo al pari, al di là della segnalazione di fuorigioco palesemente errata, che in caso di gol sarebbe stata corretta dal Var. Delle 15 situazioni sfavorevoli 7 sono sfociate in sconfitte e 8 sono state sanate, indirizzate verso 2 vittorie (all'Arena nelle sfide contro Modena e Perugia) e 6 pareggi (nelle doppie sfide con Como, Venezia e Palermo). Un quadro completamente diverso da quello dello scorso anno: il Pisa 2021/22 si trovò in svantaggio solo in 8 delle prime 29 partite, andando incontro a 4 sconfitte, 2 pareggi e 2 successi in rimonta (a Vicenza e a Monza). La forza di Caracciolo e soci, soprattutto nel girone d'andata, era nel blindare la porta di Nicolas e nel colpire quella avversaria (o viceversa), doppia capacità che ultimamente si è dispersa.

Il girone di ritorno anche allora fu meno roseo: alla fine della stagione 14 incontri ad handicap, di cui 10 persi (playoff compresi). Nell'anno della promozione in B (2018/19) furono 15 le sfide da rimontare (inclusi gli spareggi promozione), tante quante quelle già collezionate nel torneo in corso. Allora gli uomini di D'Angelo sapevano ribaltare le partite, impresa riuscita 6 volte, più 3 pareggi.

C'è da precisare che nel conto attuale pesano le 6 partite della gestione Maran, in svantaggio in ogni uscita ed anche in Coppa Italia con il Brescia, rimediando la miseria di 2 punti. Quindi il bilancio personale di D'Angelo è di 9 “sbandate” (in realtà doppia quella a Palermo, prima sull’1-0 e poi sul 3-1 per i rosanero) su 23 gare, con 2 vittorie, 4 pari e 3 sconfitte. Non malissimo, è vero, ma evitare di andare con la testa sott’acqua, d’ora in poi, sarebbe decisamente meglio.


 

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