Il Tirreno

Pisa

Esterni offensivi e due punte centrali, i nerazzurri rivestono il “modello Ventura”

Massimo Berutto
Esterni offensivi e due punte centrali, i nerazzurri rivestono il “modello Ventura”

D’Angelo ha battuto l’Alessandria dopo aver cambiato l’assetto tattico e rafforzato la batteria degli attaccanti

29 agosto 2021
3 MINUTI DI LETTURA





Massimo Berutto

PISA. Quel timido 4-4-2 proposto in Coppa Italia a Cagliari è sfociato nel 4-2-4 che ha strapazzato l’Alessandria, confermando il Pisa in vetta alla classifica. Non si può parlare di una soluzione d’emergenza, perché ormai è evidente che si tratti di un progetto tattico, avvalorato dalle caratteristiche dei nuovi interpreti. Il 4-3-1-2 non è stato affatto dimenticato (anzi è stato scelto nel primo tempo contro l’undici piemontese, collocando Mastinu come falso nueve), ma i fantasisti in rosa non amano stazionare nella zona centrale, bensì accentrarsi dall’esterno sul piede più congeniale per calciare in porta.

COHEN E SOCI

Non è un caso che per l’esordio del mancino Cohen sia stato predisposto il ruolo di ala destra in un 4-2-4. Anche Marsura preferisce partire dall’esterno. Medesime le caratteristiche di Sibilli, dei nuovi arrivati Cisco e Piccinini, e pure di Mastinu, che in passato ha dato il meglio di sé calciando di sinistro da ala destra. Solo Gucher (o forse anche Tourè) ha fisico oltre che qualità per agire stabilmente a ridosso del limite dell’area. Ecco spiegata la conversione ad un 4-4-2 reso più prudente dall’adattamento di un centrocampista (Touré) sulla fascia destra e dalla rinuncia sulla stessa corsia ad un fluidificante in favore di un difensore puro come Hermannsson, in attesa dell’inserimento di Cohen. L’alternativa è il 4-3-2-1, rinunciando ad una punta di ruolo (interpretata a turno dai due trequartisti), ma mantenendo il terzetto mediano e in particolare il metodista davanti alla retroguardia, dove Marin si è ben disimpegnato contro l’Alessandria.

IL “MODELLO VENTURA”

Quando si pensa ad un 4-2-4 o a qualcosa di simile l’automatico punto di riferimento è lo sfavillante Pisa di Gianpiero Ventura del 2007-08. Effettivamente non mancano le somiglianze con la squadra schierata vittoriosamente da D’Angelo nel finale dell’ultimo match. Nel quartetto offensivo a destra Cohen interpreta il ruolo che era di Alessio Cerci, anch’egli protetto da un terzino bloccato (allora Zoppetti, oggi Hermannsson). Masucci ha qualità ed intelligenza calcistica non inferiori a quelle di Kutuzov. Lucca va a scuola per diventare uno stoccatore come Castillo. A sinistra Marsura è un esterno dalle lunghe leve come lo era Emanuele D’Anna, davanti al fluidificante Beruatto nella zona che fu di Zavagno. Nel mezzo Marin quanto a polmoni non è da meno anche rispetto al miglior Braiati. Gabriel Raimondi guidava la difesa con lo stesso carisma di Antonio Caracciolo, a fianco di un collega più giovane (Trevisan, come oggi Leverbe). L’ex stopper argentino ha confermato pubblicamente il paragone tra l’ungherese Nagy e Gael Genevier, quindi con l’arrivo del magiaro anche la cabina di regia ha un degno erede.

ALTRE OPZIONI

Il Pisa ipotizzato nel 4-2-4 esaurisce solo una parte delle soluzioni a disposizione di D’Angelo, perché escluderebbe calciatori come Gucher, De Vitis, Sibilli, Mastinu, Tourè e due tra i fluidificanti Berra, Beruatto e Birindelli. Ecco perché il 4-3-1-2 non sarà mai fuori moda per il Pisa, che potrebbe posizionarsi anche secondo un 4-4-2 con la doppia spinta su ciascuna corsia. Tutte soluzioni che le prime due partite di campionato hanno confermato valide per ottenere risultati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni