Manuel Simonetti, una vita con una maglia nel cuore
PISA. E' nato come giocatore nel settore giovanile nerazzurro e lì sogna di tornare da allenatore. Manuel Simonetti è nel lotto dei tecnici contattati dal Pisa per la panchina degli Allievi...
PISA. E' nato come giocatore nel settore giovanile nerazzurro e lì sogna di tornare da allenatore. Manuel Simonetti è nel lotto dei tecnici contattati dal Pisa per la panchina degli Allievi nazionali dopo le dimissioni di Massimo Innocenti. L'ex attaccante glissa sull'argomento, ma accetta di spiegarci il suo modo di intendere il vivaio.
Manuel, cosa ha significato per te crescere nel Pisa?
«Ero a Cascina. Io, che dormivo insieme con il pallone, non potevo che essere entusiasta di far parte del settore giovanile di una squadra importante. Nella Primavera mi sono tolto la soddisfazione di fare gol alla Juventus, alla Fiorentina e al Torino. Poi sono partito in prestito in C a Viareggio, Cecina e Sarzana. Sono tornato dopo il fallimento del 1994, chiamato da Franco Meciani. Io, Malasoma e Pinelli eravamo pagati dal tribunale fallimentare... Comunque fu una bella esperienza».
Sei rimasto in contatto con i compagni delle giovanili?
«Ci ritroviamo ogni anno e spunta sempre qualche lacrimuccia. Due anni fa eravamo ospiti nel ristorante di Antonio Corradi, nostro portiere in Eccellenza».
Appese le scarpette al chiodo adesso fai l'allenatore nei vivai...
«Ho preso il patentino Uefa B nel 2003, quando ancora giocavo. Ho lavorato per 4 anni a Cascina e da 2 stagioni sono a Navacchio».
Come è oggi la realtà dei settori giovanili?
«E’diversa, anche per la pressione dei genitori. Secondo me dovrebbero fare come a scuola: portare i bimbi al campo e poi venirli a prendere. Invece sono molto presenti soprattutto quelli dei bimbi di 5 anni, un'età alla quale secondo me è presto per giocare a pallone. Io comunque sono un sostenitore delle scuole calcio, dove ritengo che dovrebbero giocare tutti i bambini, indipendentemente dai risultati e dalle prestazioni. La selezione naturale verrà dopo, a 10-11 anni».
Massimo Berutto
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