Pisa, a che punto è il nuovo stadio? Un punto fermo e un pezzo mancante – Il riepilogo e le prossime tappe
Ecco cosa è emerso nella seduta della prima commissione consiliare, con l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli e la dirigente comunale Daisy Ricci
PISA. La nuova Arena, quando si farà, sarà il restyling di quella attuale a Porta a Lucca. Questo è il punto fermo. Il quando e il come restano però da definire: il Pisa Sporting Club ha annunciato l’intenzione di procedere, ma non ha ancora presentato ufficialmente il progetto al Comune, proprietario dell’impianto. Inoltre, la sentenza del Tar che ha annullato la cosiddetta variante stadio ha fissato paletti sugli standard necessari, a partire dai parcheggi.
Variante
Il tema è stato affrontato nella seduta della prima commissione consiliare, con l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli e la dirigente comunale Daisy Ricci. La domanda era sugli effetti dell’annullamento della variante sul progetto dello stadio.
Secondo Dringoli, la sentenza non ha effetti diretti perché sono cambiati i soggetti interessati: la precedente variante prevedeva un nuovo stadio proposto da Dea Capital, oggi uscita di scena. L’attuale proprietà intende invece presentare un progetto per l’Arena utilizzando la legge stadi.
Parcheggi
Il Tar ha accolto diversi aspetti contestati dai residenti: mancata verifica della sostenibilità della variante dopo lo stralcio delle aree a parcheggio, carenze sugli standard e lacune nelle verifiche ambientali. Dringoli ha ribadito che il parcheggio previsto al posto della moschea era utile ma non indispensabile. La sentenza ha comunque cancellato la previsione del parcheggio nell’area verde di via Rindi, davanti alla scuola Mazzini e a servizio anche della scuola Filzi. Per riproporlo serve una nuova variante. Dopo una delibera di ottobre, la procedura è in corso: si pensa a un parcheggio a raso, non multipiano, con utilizzo di aree private e altri terreni limitrofi.
Legge stadi
Il Pisa Sporting Club ha manifestato l’intenzione di valorizzare l’Arena sfruttando la legge stadi, attraverso una cessione o una concessione pluriennale. La legge prevede che il progetto, se approvato in conferenza dei servizi, costituisca variante.
Gli uffici dovranno valutare se il progetto rispetterà le norme urbanistiche vigenti o se dovrà includere ulteriori opere di urbanizzazione e mitigazioni ambientali.
La normativa attuale prevede lo stadio così com’è, senza nuove attività. Tuttavia, la legge stadi consente di inserire destinazioni commerciali e altre funzioni che possano favorire la rigenerazione dei quartieri dove sorgono gli impianti sportivi.
