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Le spiagge diventano dello Stato, ma i balneari non ci stanno: “Un’ingiustizia contro chi ha costruito il turismo italiano”

di Redazione web

	Uno stabilimento balneare (foto d'archivio)
Uno stabilimento balneare (foto d'archivio)

Consiglio di Stato: stabilimenti balneari allo Stato, Pieragnoli (Sib) protesta: “Nessun indennizzo, è un accanimento”

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PISA. “La sentenza del Consiglio di Stato è profondamente ingiusta, iniqua e penalizzante, ed ha tutti i crismi di un vero accanimento nei confronti delle imprese balneari, che rappresentano un patrimonio di eccellenza nel sistema turistico italiano. Il governo deve intervenire immediatamente, come ha sempre promesso, per tutelare un settore costruito su generazioni di sacrifici, investimenti e attenzione al cliente, un comparto che merita di essere salvaguardato, non penalizzato”. È questo l’appello lanciato da Federico Pieragnoli, segretario generale del Sib Confcommercio e direttore di Confcommercio Pisa e Confcommercio Livorno.

Cosa dice la sentenza del Consiglio di Stato

La sentenza del Consiglio di Stato prevede che in base all’articolo 49 del Codice della navigazione, quando le concessioni balneari verranno dichiarate concluse – entro l’estate 2027 – per essere poi riaffidate tramite le cosiddette “aste”, le centinaia di strutture costruite sulla spiaggia e considerate non amovibili, cioè non spostabili, saranno acquisite gratis dal patrimonio pubblico. Finiranno, cioè, in mano allo Stato, senza l’esborso di un solo euro.

I balneari: «Disponibili al confronto, ma il turismo balneare è pilastro del pil italiano”

Continua quindi Pieragnoli: “Stiamo parlando di imprenditori e imprese familiari che rappresentano una risorsa fondamentale per il tessuto economico nazionale. Il turismo balneare è un pilastro del PIL italiano, grazie a un modello turistico con caratteristiche uniche rispetto agli altri Paesi europei. Non possiamo piegarci a una normativa profondamente ingiusta e iniqua, calata dall’alto dalla Commissione europea. Siamo disponibili al confronto con altre imprese sui bandi di assegnazione, ma deve essere riconosciuto il valore degli investimenti sostenuti dalle aziende che, per anni, hanno contribuito alla cura e alla gestione dei litorali, comprese – in alcuni casi – le spiagge libere. Non possiamo accettare che, in caso di perdita della concessione, non sia previsto alcun indennizzo. Serve una forte e decisa presa di posizione della politica per difendere un settore che è un modello di eccellenza e un fiore all’occhiello per il nostro Paese.”

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