Il Tirreno

Pisa

Dopo gli scontri

Guerriglia ultrà a Pisa, l’ordine pubblico diventa un caso. Il sindaco Conti: «Per la terza volta tifoserie ospiti libere in città: è inaccettabile»

di Luca Cinotti

	Gli ultras dell’Hellas Verona mentre raggiungono l’ingresso del settore ospiti dell’Arena dopo gli scontri in via Piave (Foto Stick)
Gli ultras dell’Hellas Verona mentre raggiungono l’ingresso del settore ospiti dell’Arena dopo gli scontri in via Piave (Foto Stick)

Il primo cittadino chiede a prefetto e questore un cambio di passo sulla sicurezza: «Intercettare i tifosi fuori dal centro. E presidiare la stazione di S. Rossore»

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PISA. Il 18 luglio scorso, parlando con la stampa a un mese dal suo insediamento come questore di Pisa, Salvatore Barilaro era stato fin troppo facile profeta: «Il principale problema dello stadio non sono tanto i parametri richiesti dalla serie A per omologare il campo, ma il fatto che si trovi in mezzo alle case». A distanza di quattro mesi il timore si è trasformato in realtà e l’ordine pubblico prima (soprattutto), durante e dopo le partite interne dei nerazzurri è diventato un caso. Che mobilita le istituzioni e la politica e che coinvolge direttamente proprio lo stesso questore Barilaro.


La reazione del sindaco

Perché durissima è stata, in prima battuta, la reazione del sindaco Michele Conti. Al momento degli scontri il primo cittadino si trovava in palazzo della Carovana per l’apertura dell’anno accademico della Normale. Si è fatto immediatamente ragguagliare per poi rilasciare dichiarazioni taglienti: «Da sindaco di Pisa non accetto che la nostra città salga alla ribalta delle cronache come teatro di scontri in occasione delle partite di calcio. Nessun tipo di violenza è giustificabile: le immagini che tutti abbiamo visto oggi sono da condannare senza attenuanti. Pisa deve essere tutelata, e per questo continuerò a chiedere con forza a questore e prefetto che venga garantita la sicurezza dei cittadini e il rispetto della nostra città: sull’ordine pubblico è necessario un cambio di passo, serve con urgenza una diversa e più efficace organizzazione dei servizi».

In particolare, spiega Conti, bisogna mettere a fuoco i comportamenti tenuti da chi gestisce l’ordine pubblico prima del fischio di inizio: «I tifosi ospiti devono essere intercettati alle porte della città o alle stazioni ferroviarie, come avviene ovunque, e accompagnati allo stadio solo in prossimità dell’inizio della partita. La stazione di Pisa San Rossore deve essere presidiata». Quest’ultimo punto è particolarmente importante: la vicinanza di San Rossore con l’area dello stadio la rende infatti appetibile per eventuali gruppi di ultras che vogliono arrivare al di fuori del radar delle forze di polizia.


Pesano i precedenti

C’è poi un passaggio nella reazione del sindaco che mette il dito nella piaga: «È la terza volta, in questo inizio di campionato, che tifoserie ospiti vengono lasciate libere di muoversi in città, e questo non può essere tollerato. In queste ore tanti cittadini mi hanno scritto e inviato video, segnalando la loro preoccupazione. Comprendo bene il loro stato d’animo e sono dalla loro parte: non si può avere paura per la propria incolumità o per l’integrità di auto e moto parcheggiate sotto casa ogni volta che si gioca una partita a rischio».

Da inizio campionato il Pisa ha giocato quattro volte all’Arena Garibaldi. In tre casi si sono verificati problemi e sempre prima della partita. Il 30 agosto un gruppo di tifosi della Roma arrivò fin sotto la Torre cantando inni fascisti, sotto lo sguardo attonito di centinaia di turisti, che con i loro smartphone resero virale l’accaduto nel giro di pochi minuti. Il 28 settembre il derby con la Fiorentina un gruppo di circa 150 tifosi viola inscenò nella zona del Carrefour una protesta contro il caro biglietti e solo per l’interposizione delle forze dell’ordine si evitò lo scontro con un gruppo di supporter nerazzurri.


Ziello e il prefetto

Una situazione sul filo del rasoio, anche considerato che il Pisa deve disputare ancora 15 gare interne. E anche il prefetto Maria Luisa D’Alessandro non viene risparmiata dalle critiche, in particolare dal deputato leghista Edoardo Ziello: «PrefettA (come piace a lei), dopo la sua gestione imbarazzante dell’ordine pubblico sarà il caso di dimettersi o dirà che è tutta colpa del questore?», ha scritto su Facebook.

Intanto, al di là delle schermaglie politiche, c’è da guardare avanti e pensare alle prossime gare interne: venerdì 30 ottobre alle 20,45 è previsto l’arrivo della Lazio. Altra tifoseria di estrema destra, altra rivalità. E, quindi, altra partita da “allarme rosso”.

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