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Glauco Ghelardoni, dal Pappafico al Seven: la carriera del re della notte che ha scommesso sul Litorale pisano

Glauco Ghelardoni
Glauco Ghelardoni

L’imprenditore, di Pisa, si è formato nei locali più importanti della regione ed è stato il primo a portare rap e hip hop nelle serate dei club: «Ora gran finale al Monkey»

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PISA. Pisano, 39 anni, una carriera costruita tra consolle, visioni artistiche e locali diventati culto. Glauco Ghelardoni non è solo un nome, ma un brand della notte Toscana. Un imprenditore che ha fatto della passione per la musica un marchio di fabbrica, una firma riconoscibile nei club più iconici della Toscana. Dai primi passi mossi come direttore artistico al Pappafico, poi al Pachamama e infine al Pepila di Tirrenia, Glauco ha saputo interpretare e anticipare i linguaggi della notte. «È lì che è cambiato tutto. Ho scoperto il rap, l’hip hop, e ho deciso di portarlo nei club. Sono stato il primo in Toscana a fare una serata hip hop: il martedì sera al Seven, in Versilia. Una follia, all’epoca. Ma ha funzionato».

«Successivamente, sono diventato direttore artistico proprio del Seven. Poi, quattro anni più tardi, sono stato nominato manager della Bussola. Ci sono rimasto sei anni. È stata una scuola. Successivamente ho avuto l'onore di essere general manager alla Capannina di Forte dei Marmi, un locale storico a cui devo moltissimo. Non solo per la sua energia, ma per quello che mi ha insegnato Gherardo Guidi, che ci ha lasciato un anno fa. È stato un mentore vero, ha contribuito a formarmi nel profondo».

Con il passare degli anni Ghelardoni sente «il bisogno di creare qualcosa di più mio. Il mercato era cambiato e ho iniziato con il Cobra: un dinner show pazzesco, un club con un’anima forte, elegante, esclusiva. Un posto che non assomigliava a nulla di quello che c’era in giro poi è arrivato il Bambubar a Marina di Pietrasanta, un beach club dove ho spinto ancora di più sul piano musicale: afro e tech house, suoni ricercati, vibrazioni vere. L’obiettivo era chiaro: lasciare il segno».

Poi, un anno e mezzo fa, «nasce l’idea che mi ha portato fin qui: dare nuova vita al Litorale pisano. In uno stabilimento dove avevo già lavorato, il Cosmopolitan Beach, abbiamo deciso di creare qualcosa di diverso, notturno, coinvolgente. È nato il Monkey Beach Club. Il nome? Amo gli animali e ho sempre dato ai locali nomi che li richiamassero» spiega il leader del Monkey Beach Club.

«Nel frattempo è nato il progetto Casa Barone nell'ottobre 2024. Un altro dinner show con clubroom che a ottobre ripartirà, insieme al Cobra. Ogni progetto ha la sua anima, ma lo stile resta sempre lo stesso: attenzione, selezione, passione. Da anni ho accanto Federico Scavo, uno dei migliori dj italiani al mondo. Collaboriamo insieme dal 2005, dai tempi del Pachamama. Il 12 settembre, per il closing party del Monkey, celebreremo 20 anni di amicizia e lavoro insieme. Sarà una serata indimenticabile.

«Con noi ci sarà anche Andrea Pilo, un ragazzo di Fucecchio che ha dimostrato un amore totale per la musica. Uno di quelli veri, rari, che fanno la differenza, insomma una chiusura tutta toscana per la chiusura del Monkey».

Sul closing party al Monkey di Tirrenia: «Il 12 e 13 settembre chiudiamo questa estate pazzesca. Dalle 22,30 alle 4 del mattino, musica no stop, ingresso libero ma selezionato. È il coronamento di un viaggio iniziato il 21 aprile. Sono felice di aver riacceso finalmente il Litorale pisano. Di aver creato un posto dove la gente si ritrova, si riconosce, si diverte».

«Nel mio percorso – conclude Ghelardoni – ho anche portato in Toscana artisti del calibro di Fedez ma anche Paul Kalkbrenner, Swedish House Mafia, Fabri Fibra, Achille Lauro, Elettra Lamborghini, Guè Pequeno, Marracash, Il Pagante, Club Dogo, Massimo Ranieri, Gabry Ponte, Gigi D'Agostino, Salmo e molti altri. Un cammino lungo, ma ogni tappa ha avuto il suo perché. Ringrazio anche Pietro Rispoli, proprietario del Momento Club di Pisa, per aver creduto fin da subito nel progetto Monkey. E un grazie anche a Marco e Luca Pieralli, due fratelli con cui è stato un piacere condividere questa avventura».

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