Pisa, chi è l’uomo che punge le donne con una siringa: nel suo passato un femminicidio in Toscana
È tornato in libertà nel 2022 dopo aver scontato la pena in carcere
PISA. Continua il lavoro della Squadra Mobile di Pisa sull’uomo che, pungendo le donne incontrate per la strada. La Mobile ha perquisito l’abitazione a Porta a Lucca dei genitori del 50enne che si ritiene sia il responsabile degli episodi del 18 e 19 gennaio e di una precedente aggressione, sempre con le stesse modalità, avvenuta a settembre 2024 sui Lungarni. L’uomo, come è emerso già nei giorni scorsi, ha un precedente rilevante nella sua storia giudiziaria: è stato in carcere fino al 2022 per aver ucciso una donna in provincia di Lucca. Una storia davvero incredibile anche per l’esito giudiziario che ha avuto.
Chi è il presunto colpevole
L’uomo diversi anni fa ha ucciso un’amica della quale probabilmente si era invaghito. Condannato a 16 anni di reclusione (all’epoca l’imputato fece ricorso al rito abbreviato ora non più previsto per i reati punibili con l’ergastolo) e a risarcire genitori e sorelle, l’imputato non ha versato un euro di risarcimento. Una strada in salita per la famiglia della vittima, già fortemente messa a dura prova, costretta a fare un’altra causa per avere dallo Stato quello che di fatto non era stato possibile ottenere nei tribunali. La domanda al fondo istituito dalla legge 167/2017 ha portato alla liquidazione del danno (per una cifra irrisoria) a distanza di molti anni dal femminicidio.
Perquisizioni
Ora che il cinquantenne è tornato in libertà il suo nome – anche se finora la procura ha mantenuto il massimo riserbo sulle indagini – risulterebbe legato agli episodi di needle spiking (avrebbe usato aghi sterili ma neppure su questo ci sono certezze) che hanno creato grande allarme in città e nel mondo universitario in particolare. Da quanto è emerso, grazie anche alle immagini della videosorveglianza, la Squadra Mobile sta indagando su di lui che è stato sottoposto anche ad una perquisizione domiciliare (in una zona centrale della città) che avrebbe dato importanti riscontri sotto il profilo della responsabilità dell’indagato, lasciando aperti una serie di interrogativi su come abbia individuato i suoi bersagli.