Imprenditore deciso a suicidarsi salvato dall’intuizione dell’amico
Il soccorritore è corso in azienda preoccupato per una telefonata ricevuta poco prima
PISA. Questione di sensibilità. E di secondi. Quella che poteva essere una telefonata di sconforto da chiudere con una rassicurazione a stare tranquillo che tutto passa, sabato sera è stata l’alert che ha permesso di salvare una vita.
Dopo aver chiuso la comunicazione, l’amico della persona che pochi istanti prima gli aveva confidato il suo malessere, non ha ignorato quelle parole. Ha avuto subito la percezione che fosse qualcosa di più di uno sfogo. E che quella telefonata poteva essere l’ultima dell’amico sentito giù di morale.
L’azienda
È salito in auto e si è diretto a Pisa nell’azienda dell’imprenditore che conosce da anni. Ha impiegato qualche minuto per arrivare sull’obiettivo sperando che il presagio che lo aveva spinto in macchina fosse solo uno scrupolo da far evaporare.
Il soccorso
Appena entrato nel capannone non ha visto subito l’amico. Mossi alcuni passi davanti ai suoi occhi si è materializzata una scena che può paralizzarti o darti una scarica di adrenalina. L’uomo aveva una corda al collo appesa a un mezzo azionato con un telecomando che teneva in mano. In quell’attimo l’amico è corso verso l’imprenditore. Gli ha tolto subito il telecomando bloccando la salita della corda e, infine, lo ha liberato dal cappio. Secondi decisivi durante i quali l’aspirante suicida era come inebetito. Un ritardo di qualche minuto e la storia avrebbe avuto un altro epilogo.
Le ambulanze
Dopo aver tranquillizzato l’amico che forse con quella telefonata aveva voluto mandato un messaggio di aiuto, il salvatore ha chiamato i soccorsi e i familiari dell’imprenditore. Sul posto sono arrivate le ambulanze della Pubblica Assistenza e della Croce Rossa.
Niente ricovero
Superata la tensione del suicidio disinnescato, all’uomo è stato chiesto dai sanitari se avesse bisogno di cure. Ha risposto di no, rifiutando di andare in ospedale. Nel frattempo anche una volante della polizia è arrivata nel capannone per una ricognizione che non ha avuto bisogno di accertamenti particolari. Una storia a lieto fine firmata dallo scrupolo di una persona che ha saputo ascoltare il malessere di un amico e tradurlo in un gesto che più concreto non poteva essersi, salvargli la vital
Pietro Barghigiani
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