Area vasta di Pisa su rotaia, si può fare: «Bastano tre nuove stazioni»
Lo studio di fattibilità c’è, lo ha redatto l’Ance e ha il sostegno delle Camere di Commercio. «Adesso parlino i sindaci e la Regione»
PISA. «Scusate il ritardo c’era traffico» piccola pausa «c’era traffico in FiPiLi». Matteo Madonna sorride, rassegnato. Ma non fino al punto di rinunciare a pensare, e a rimboccarsi le maniche allo scopo, a una soluzione. Perché l’imprenditore pisano, nelle vesti di presidente di Ance Pisa, ieri mattina era seduto intorno a un tavolo dell’Unione industriali di Pisa per “offrire” una soluzione: meno gomma e più ferro, migliorando i collegamenti ferroviari esistenti. «L’investimento è contenuti e i tempi di esecuzione rapidi» spiega in premessa. E visti gli anni trascorsi a ragionare di Tirrenica o di terza corsia in FiPiLi senza venirne a capo questo è un buon punto di partenza.
I numeri
A rendere interessante lo studio di fattibilità di Ance Pisa ci sono soprattutto due aspetti. La possibilità di intervenire sull’esistente e i tempi di percorrenza competitivi che l’infrastruttura, migliorata, potrebbe avere. L’idea progettuale parte dalla realizzazione di un nuovo marciapiede nella “stazione di testa” quella marittima, in porto a Livorno. Da lì la linea prosegue verso la stazione centrale di Livorno e poi in direzione Pisa verso una nuova fermata, quella a ridosso dei parcheggi scambiatori del People Muver. Da qui si prosegue per la stazione centrale di Pisa e verso San Giuliano e Lucca. Ma prima di arrivare a destinazione i treni si fermerebbero a San Concordio. Tre “integrazioni” al sistema esistente, insomma, che porterebbero a 12 minuti il tempo di percorrenza tra Livorno e Pisa, 19 Livorno-San Rossore, 30 Livorno-San Concordio.
Il protocollo
La proposta di Ance, sottoscritta ieri dalla Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, con il neo eletto presidente Valter Tamburini, e dalla Camera di Commercio Maremma e Tirreno, col presidente Riccardo Breda, è quindi presto detta: far funzionare di più e meglio il tratto ferroviario esistente grazie a stazioni intermedie che possano essere funzionali a cittadini, turisti e imprese (per la logistica ad esempio) usufruendo delle aree di sosta adibite a parcheggio scambiatore in gran parte già esistenti (o realizzandone di nuove) lungo il percorso. L’idea della metropolitana di superficie sulla quale i Comuni di Pisa, Livorno e Lucca hanno già trovato una convergenza. A loro e alla Regione, adesso, Ance – facendosi forza anche del sostegno delle Camere di commercio territorialmente competenti – “allunga” uno studio di fattibilità. Passa la palla, insomma, rendendosi disponibile a seguire l’azione – passateci il gergo calcistico – per «finanziare anche il successivo avvio di una progettazione» aggiunge Matteo Madonna.
L’impegno di Ance
Non è certo da oggi che l’Unione industriali, e con essa l’Ance, sollecitano gli enti locali e nazionali sul tema delle infrastrutture di cui il territorio di Pisa e della costa hanno bisogno. Ora, accanto alla linea Firenze Pisa, c’è l’opportunità di un «progetto che colleghi i tre principali centri della costa per “portare fuori” il traffico diretto alla stazione e concentrato nei centri storici e favorire l’utilizzo delle rotaie anche da parte di chi, proprio per difficoltà logistiche, non ne fa uso. In questo modo – prosegue Madonna – saremo in grado di rendere più veloce l’interscambio gomma-treno e di intercettare flussi turistici importanti come quelli legati alle crociere a Livorno».
Il ruolo delle istituzioni
«A questo punto il nostro ruolo diventa marginale» continua il presidente di Ance. E il riferimento è alle istituzioni nelle cui mani, adesso, c’è lo studio di fattibilità dell’associazione costruttori. Le due Camere di Commercio interessate ne hanno già colto l’importanza, siglando ieri il protocollo d’intesa con Ance. «Si ragiona sempre di una economia toscana che va a doppia velocità ma non si entra mai nel concreto delle soluzioni. Questo è un esempio concreto di quello che si può fare perché l’economia toscana non abbia più due velocità» osserva Tamburini. «Non siamo qui per protestare ma per proporre e il protocollo che abbiamo firmato è esattamente questo – aggiunge il presidente della Camera di Commercio Maremma e Tirreno Riccardo Breda – La nostra battaglia sulle infrastrutture è cominciata da tempo e troppo spesso parlato si è parlato di cose che poi non sono state realizzate. Cercheremo di essere stimolo propositivo».
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