"Pezzo di m....", offende il sindaco di San Giuliano sui social: ora dovrà fare volontariato per evitare la condanna
La donna aveva diffamato Di Maio in seguito al reintegro come dipendente comunale di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, sparita nel nulla nel 2012
SAN GIULIANO. Nell’immaginario collettivo sono i leoni da tastiera. Gonfiano il petto e muovono le dita davanti al computer. Sparlano di tutto e tutti senza risparmiarsi in offese e insulti confidando nella virtualità del mezzo. Errore che ancora non viene percepito. Poi vengono querelati e in Tribunale diventano dei gatti mézzi. Prima si scusano, poi chiedono agli avvocati di fare qualcosa per salvarli.
Nella mattina di mercoledì 8 giugno in Tribunale, a Pisa, è andata in scena la dimostrazione plastica di come finisce uno che passa il tempo a insultare la gente online.
Cornelia Dobritoiu, 55 anni, romena, residente a Piombino, imputata di diffamazione aggravata ai danni del sindaco Sergio Di Maio, ha chiesto e ottenuto attraverso il suo legale la messa alla prova. È un istituto giuridico che, per determinati reati, sospende il processo a patto che l’imputato svolga con profitto lavori di pubblica utilità in un’associazione di volontariato.
Un altro dei querelati da Di Maio nel frattempo ha chiesto scusa con una lettera resa pubblica e il sindaco ha ritirato la denuncia.
«I social vanno usati con prudenza», dichiara il primo cittadino sangiulianese, in Tribunale come parte civile accompagnato dal legale del Comune, l’avvocato Aldo Fanelli.
La 55enne si è ritrovata a giudizio per aver commentato il reintegro in Comune di Antonio Logli (poi condannato a 20 anni per l’omicidio della moglie, ndr) dopo aver vinto una causa contro il Comune. Il sindaco aveva dichiarato che come ente non poteva che prendere atto della sentenza e Logli era stato assegnato all’ufficio Tecnico. Stop. La Dobritou non aveva gradito le parole del sindaco e lo aveva contestato con frasi come queste: «Fai schifo, tu saresti un sindaco? Per cosa? Per la poltrona? Ebbene sì, come fate tutti gente con la licenza media pensate di cambiare il mondo. Non sapete nemmeno parlare perché la vostra intelligenza è zero. E zitto (al sindaco, ndr) perché ho ragione. Pezzo di m. ..a». Se vuole evitare una condanna, la 55enne ora dovrà prestare servizio in un’associazione di volontariato. Lavori di pubblica utilità per annullare gli effetti penali delle offese al sindaco.