Il Tirreno

Pisa

“La guerra di Piero” analizzata con il metodo della critica letteraria

“La guerra di Piero” analizzata con il metodo della critica letteraria

La ballata di De André è stata al centro di un seminario di interpretazione testuale tenuto dalla dottoressa Federica Ivaldi autrice di un libro scritto con il musicologo Claudio Cosi e dedicato al cantautore genovese

30 novembre 2012
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Che i versi di Fabrizio De André siano considerati da molti “poesia” non è una novità, ma vedere analizzata “La guerra di Piero” come un vero componimento letterario è la dimostrazione più chiara di come il cantautore genovese sia riuscito con musica e parole a infrangere e ampliare i confini della letteratura e della poesia.

A spiegarlo è stata Federica Ivaldi, dottore di ricerca in Studi Italianistici all’Università di Pisa e autrice del volume scritto insieme al musicologo Claudio Cosi “Fabrizio De André. Cantastorie fra parole e musica” (ed. Carocci), che in un incontro organizzato dal dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica nell’ambito del ciclo di Seminari di interpretazione testuale ha trattato la ballata di De André e i suoi “versi sepolti in un campo di note” con il metodo della critica letteraria.

Soffermandosi su voce, metodo compositivo e costruzione musicale, Federica Ivaldi ha descritto il De André cantastorie citando un appunto scritto nel 1984 sul risvolto di copertina di Teorema di Pasolini (la copia è ora conservata nell’Archivio Fabrizio De André presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena), dove spiega il suo particolare modo di essere cantautore, definito da lui stesso «un minuscolo suggeritore di comprensione e tolleranza tra i suoi simili», firmandosi nello stesso appunto «Cantastorie di se stesso e dei suoi molti e tormentati fratelli».

“La guerra di Piero”, scritta nel 1964 e diventata negli anni sessanta un inno antimilitarista, la ballata dell’antieroe cantata dagli obiettori di coscienza, è uno degli esempi della produzione musicale di De André che meglio rappresentano questo tipo di poetica, dove la componente narrativa è fortissima.

Un’ottima sintesi del brano la offre Roberto Vecchioni, che lo ha descritto così: «Ci sono due uomini uno davanti all’altro, uno spara e si salva. L’altro non spara e muore. Ma chi è che vince? Vince sempre quello che non spara. Quello che non spara è Piero, l’altro non è nessuno».

Partendo da questa definizione, Federica Ivaldi ha illustrato la struttura del brano, che è quella della “ballata”, la forma poetica che, attraverso una successione di strofe racconta una storia con una morale contenuta di solito nel ritornello: «Ne “La guerra di Piero” abbiamo una successione di strofe con rima baciata preponderante e un ritornello non fisso che viene presentato subito a inizio brano», spiega Ivaldi.

Nella foto Federica Ivaldi

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