Il pentito organizzava lo spaccio
Inchiesta della squadra mobile: 7 in carcere fra cui un ex collaboratore di giustizia e un ex poliziotto
PISA. Il pentito di mafia aveva cambiato vita e faceva l’edicolante. Ma ecco che l’idea di fare soldi con lo spaccio della droga comincia a farsi largo fino a quando, insieme ad altri, mette su un’organizzazione che studia come rifornirsi e come vendere le dosi al dettaglio. Nonostante qualche tentativo di depistaggio, i segugi della squadra mobile non lo hanno mai perso di vista. Fino al giorno in cui il pubblico ministero, Giovanni Porpora, che ha coordinato l’inchiesta “Doppio gioco 2012” firma l’ordine d’arresto per sette persone, mentre altri 25 vengono iscritti nel registro degli indagati.
Gli arrestati sono l’ex collaboratore di giustizia Orlando Galati Giordano e il figlio Eros Gennarino, l’ex poliziotto Massimo Bucchi (espulso dalla Polizia di Stato per altri motivi), Gianmarco Baldaccini, l’albanese Jorgo Agolli e i tunisini Mohamed Ben Chattouh e Tahar Ben Alì Jendoubi. Quest’ultimo conosciuto alle forze dell’ordine perché venne sequestrato in piazza Garibaldi da alcuni connazionali che, per questioni legate alla droga, gli mozzarono un orecchio e lo lasciarono sanguinante sull’asfalto.
Gli italiani avrebbero dovuto cercare i rifornimenti di droga, mentre agli altri era stato affidato il compito di spacciare cocaina in città e nella provincia. Inoltre, il piano della banda prevedeva anche di vendere marijuana agli studenti delle scuole superiori grazie ad un giovane, da poco diplomato, che avrebbe introdotto la droga a scuola.
«Abbiamo stroncato un’organizzazione che stava per conquistare un’importante fetta di mercato dello spaccio di stupefacenti», ha affermato Giuseppe Testaì, capo della quadra mobile.
L’indagine parte nel mese di novembre dello scorso anno. Il primo passo che fa capire ai poliziotti di essere sulla strada giusta arriva a dicembre. Matasse di rame per centinaia di chili rubate alla Telecom nel territorio di San Giuliano finiscono nella provincia di Livorno e l’organizzazione si offre di ricettare il materiale in modo da avere soldi per comprare la droga. La squadra mobile scopre i retroscena dell’operazione e, la notte dell’ultimo dell’anno, nel corso di un blitz, sequestra 31mila euro che sarebbero serviti per comprare cocaina da piazzare nel mercato cittadino. L’indagine accerta anche che la banda stava comprando marijuana da un gruppo di albanesi che poi sarebbe stata venduta nelle scuole superiori di Pisa.
«Nel corso dell’inchiesta - ha spiegato Giuseppe Testaì - abbiamo anche sequestrato circa 200 grammi di droga. L’area in cui sarebbe stata smerciata era il centro storico di Pisa. Dobbiamo anche rilevare che l’ex collaboratore di giustizia Giordano (residente a Cascina così come il figlio) aveva cercato di depistare l’indagine con alcune attività di disturbo. E ci siamo anche scontrati contro il muro di omertà dei consumatori di stupefacenti. Nonostante tutto, siamo riusciti a bloccare un’organizzazione prima ancora che si ramificasse».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
GUARDA IL VIDEO
DELL’OPERAZIONE
WWW.ILTIRRENO.IT