Il Tirreno

Progetti

Parco eolico da 8 torri: resta il no dei Comuni

di Manolo Morandini
Il foto inserimento delle torri eoliche previste dal progetto
Il foto inserimento delle torri eoliche previste dal progetto

Pale alte fino a 236 metri nei territori di Piombino e Campiglia: ecco quando scade il termine per le osservazioni al progetto

3 MINUTI DI LETTURA





PIOMBINO. Il parco eolico diffuso. A metà strada tra Piombino e Campiglia Marittima. Tra la costa e la campagna. Ha il pregio di far incontrare i sindaci dei due Comuni così come la Regione Toscana e metterli d’accordo. Dalle amministrazioni arriva un altro disco rosso. I pareri previsti dall’iter autorizzativo nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale sono negativi. E lo sono al pari di quelli già espressi in passato, quando il proponente si chiamava San Nicola Energia Srl, mentre oggi l’iniziativa è sotto l’insegna Piombino Campo all’Olmo Srl. Nuova società, parte del Gruppo Hope, con quartier generale e anima pugliese, ma stesso progetto.

Si tratta di un maxi-investimento da 57 milioni di euro per otto pale eoliche capaci di generare 57,6 Mw per una produzione di energia elettrica stimata in 133.900 MWh all’anno. Nel dettaglio, l’impianto sarà composto da otto aerogeneratori (pale eoliche) di potenza unitaria fino a 7,2 Mw, con un’altezza massima complessiva del sistema torre-pale pari a 236 metri, altezza al mozzo di 150 metri e diametro rotorico di 172 metri. Nella foto in giallo la collocazione delle torri eoliche. Cinque degli otto aerogeneratori sono distribuiti in terra piombinese, lungo una sorta di linea irregolare che da Populonia Stazione arriva alla campagna ai piedi di Riotorto. Mentre le tre pale che si immagina di realizzare nel campigliese si concentrano nella campagna a sud del Cornia e a monte del tracciato della Vecchia Aurelia.

Il Comune di Piombino ha riunito il Nucleo tecnico di valutazione il 4 novembre per esprimere il proprio parere sul progetto. Campiglia si appresta a farlo. Ma c’è da dire che agli uffici degli enti locali il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica chiede di fare uno sforzo non indifferente. La documentazione è stata trasmessa da Roma il 23 ottobre e il termine per esprimersi è di appena 15 giorni. La scadenza è il 7 novembre. La documentazione da esaminare è composta da dieci documenti con molte mappe e ben 435 pagine. Insomma, la normativa rende molto difficile per i Comuni tutelare i propri cittadini e il proprio territorio da progetti legati all’energia rinnovabile. Centinaia di pagine, piene di dati e riferimenti anche legislativi, che richiedono tempo e competenze specifiche per poter dare pareri compiuti. Ed è una questione di cui Governo e Regione devono farsi carico perché il problema si fa sentire soprattutto nelle piccole realtà che ad oggi sono quelle maggiormente interessate da progetti di questo tipo.

Il Comune di Piombino aveva già espresso il proprio parere negativo sul progetto nel dicembre 2023 e nello stesso mese del 2024. La Regione lo ha fatto con la delibera di giunta regionale numero 554 del 5 maggio scorso, richiamando i pareri ricevuti dai soggetti competenti in materia di ambiente e paesaggio, tra cui Soprintendenza e Arpat, e dal parere sfavorevole dei Comuni interessati dall’impianto.

Nel parere del 4 novembre il Comune di Piombino, nel ribadire il proprio parere negativo, rafforza e richiama il parere regionale, condividendo la lunga serie di criticità elencate relative alle opere di mitigazione e compensazione, alla scelta della localizzazione e alla carenza documentale e progettuale. Insomma, le integrazioni al progetto presentate dalla società proponente non permettono di superare le numerose criticità. Entrando nel dettaglio il Comune ritiene che non vi siano le condizioni per la prosecuzione del procedimento da parte del Ministero, in quanto il progetto insiste in aree individuate come non idonee. Inoltre, si sottolinea che non sono state valutate, come invece dovuto, le alternative di collocamento degli aerogeneratori e lo studio anemologico per la valutazione della producibilità dell’impianto, delle eventuali interferenze generate e dell’effetto cumulo, non ha tenuto conto, come, invece, avrebbe dovuto, di tutti i progetti esistenti e previsti nell’area. E si sottolinea la piena condivisione di quanto espresso da Arpat relativamente alla non compatibilità della classificazione acustica delle aree interessate dal progetto.

In Primo Piano

Aiuti

Bonus Mamme 2025, via alle domande: a chi spetta (sono 865mila le lavoratrici interessate) e quando arriva il pagamento

di Redazione web
La classifica