Piombino, è morto Angelo Carminati: il re del tennis in città tra eleganza, successi e passione
Il ricordo del presidente del circolo Atp Piombino, Cristiano Lozito: «In un mondo di “pallettari” lui giocava di potenza e d'attacco, così da essere dominante sia in singolo che in doppio»
PIOMBINO. Quelli un po’ più in su con l’età lo ricordano con la racchetta in mano, elegante e vincente. Un giocatore totale e moderno, per alcuni il più forte ad aver calcato i campi da tennis della città di Piombino. Altri, un po’ più giovani, lo hanno conosciuto come maestro di tennis paterno e competente sui campi in terra del circolino delle Acciaierie.
Un mito sportivo
Di certo Angelo Carminati ha scritto pagine indelebili dello sport di questa città ed è stato un autentico mito della racchetta. Per questo tanti piombinesi hanno provato dolore e nostalgia quando, nella mattina di domenica 26 ottobre, si è diffusa in città la notizia della scomparsa di Angelo, avvenuta nella notte tra sabato 25 e domenica 26. Aveva 96 anni.
L’ultima partita
Ormai non si vedeva più bazzicare i campi del circolino ex Ilva, anche se la passione per il tennis l’ha tenuta viva fin quando il fisico glielo ha consentito. Da un po’ di tempo non stava bene, gli amici più stretti lo sapevano. Angelo Carminati ha giocato il suo ultimo set. E con lui se ne va un pezzo di storia del tennis piombinese.
Un talento naturale
Impiegato alle acciaierie, Carminati ha imparato a giocare a tennis da autodidatta. A quei tempi si faceva così. E come se ha imparato. Colpi precisi ed eleganti. Un gioco potente e aggressivo. Scendeva a rete, non restava arroccato dietro la linea di fondo.
Anni di successi
Un tennis bello e vincente, come dimostrano i tanti tornei vinti negli anni Sessanta e Settanta, in tutta la Toscana. Il volto di Carminati è da sempre associato al circolo delle Acciaierie, in campo al giallonero di doppio, sorridente mentre insegna come colpire la pallina da tennis a generazioni di ragazzini, oppure ai fornelli con la moglie Paola a preparare le indimenticabili cene dopo le finali dei tornei nei campi di via Piave.
Un uomo generoso
Tanti sportivi lo ricordano come un uomo buono e generoso. «È una giornata di lutto per il tennis e lo sport piombinese – commenta Cristiano Lozito, presidente del circolo Atp di Piombino, facendosi portavoce del dispiacere provato dagli appassionati di tennis della città – Negli anni Sessanta e Settanta è stato senza dubbio il più forte giocatore piombinese, capace di imporsi sui campi di tutta la Toscana».
La passione trasmessa
«In un mondo di “pallettari” – continua Lozito – lui giocava di potenza e d'attacco, così da essere dominante sia in singolo che in doppio, col cugino Sauro Checchi e con Mauro Montomoli. E senza egoismo la sua enorme passione è stato capace anche di trasmetterla, non solo ai figli Angela e Marco, e al nipote Tommaso, ma anche a più generazioni, compresa la mia, ragazzi cresciuti col suo esempio di sportivo impeccabile e le sue imprese negli occhi».
L’ultimo saluto
Il presidente Lozito conclude: «Di lui conservo tanti ricordi sfumati dal tempo, tra cui quello di una leggendaria trasferta torinese con Marco, i nostri padri, e altri giocatori del circolo Ilva. Angelo ovviamente capitano, in una visita sportiva-aziendale alla Riv Skf, che per noi due bimbetti fu come una sfida di Coppa Davis». In tanti domenica 26 ottobre hanno raggiunto la sala mortuaria del cimitero per portare un saluto ai familiari di Angelo: la salma resterà alla sala del commiato fino alle 13 di lunedì 27 ottobre, quindi sarà trasferita a Livorno per la cremazione.
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