Magona, c’è almeno un’offerta: «Il governo non perda tempo»
I sindacati: il ministero ci convochi, la vendita unica soluzione
PIOMBINO. La speranza corre su un filo sottile. Che, peraltro, va percorso il più rapidamente possibile. Per questo i sindacati metalmeccanici, proprio in queste ore, hanno chiesto una convocazione urgente al ministero alle imprese e al Made in Italy sulla vicenda che riguarda lo stabilimento Liberty Magona. Ci sarebbe almeno un’offerta per l’acquisizione dello stabilimento di via Portovecchio.
Un’occasione da cogliere, secondo Fim, Fiom e Uilm, che ormai da tempo ritengono impossibile un futuro con la proprietà attuale del sito produttivo, il gruppo anglo-indiano Liberty che ha trascinato la fabbrica piombinese sull’orlo del baratro, in una sorta di reazione a catena innescata dal fallimento della banca d’affari Greensill, istituto di riferimento del gruppo che fa riferimento al magnate Sanjeev Gupta.
«Abbiamo appreso in queste ore che è arrivata almeno un'offerta di acquisizione per la Liberty Magona di Piombino – scrivono in una nota i sindacati Fim, Fiom e Uilm – vista la grave situazione in cui versa lo stabilimento, attualmente praticamente fermo, e la conseguente preoccupazione e incertezza sul futuro degli oltre 400 lavoratori diretti e degli oltre 70 giovani interinali, a questo punto non c'è più un attimo da perdere».
Richiesta di convocazione
I rappresentanti del governo, nel corso degli ultimi tavoli ministeriali che si sono tenuti in questi mesi, avevano garantito «un attento monitoraggio – ricordano i sindacati Fim, Fiom e Uilm – e quindi fin da subito ci attiviamo con le nostre segreterie per la richiesta di una convocazione urgente al MiMit».
Il Gruppo Liberty è evidente «che non ha più né la possibilità, né la volontà di investire e salvaguardare lo storico stabilimento piombinese ed i suoi lavoratori – concludono i sindacati – Il ministero deve agire fin da subito per accompagnare il passaggio di proprietà che va fatto nel più breve tempo possibile».
I lavoratori da tutelare
La scorsa settimana è stato siglato l’accordo per un anno di cassa integrazione straordinaria, che garantisce un ammortizzatore sociale per i lavoratori dello stabilimento fino al 6 luglio 2026.
Nei giorni scorsi, infatti, è stato sottoscritto al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il verbale di accordo che interessa fino a 401 lavoratori, 251 operai e 150 impiegati. Questa è l’attuale forza lavoro di uno stabilimento in aperta crisi, viste le difficoltà finanziarie della proprietà anglo-indiana.
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