Matteo Arcenni presidente del Parco dell’Arcipelago? «Sono e resterò sindaco di Terricciola, se richiesto darò il mio contributo»
L’intervista al primo cittadino del paese in provincia di Pisa: «I sindaci elbani non mi vogliono? Non so di cosa parlino, ma sono sicuro che le persone debbano essere valutate sui fatti e non sui preconcetti»
PORTOFERRAIO. Il suo nome rimbalza tra le isole dell’Arcipelago toscano come la pallina di un flipper ormai da mesi. Candidato forte per i vertici nazionali di Fratelli d’Italia. Successore in pectore alla presidenza del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Ma anche nome da “bruciare”, secondo i sindaci elbani, che vorrebbero una figura più vicina al territorio. Fino, alzando il volume della polemica, a essere visto come un candidato inadeguato per curriculum e competenze, secondo i partiti di centrosinistra e Legambiente. Matteo Arcenni, il sindaco del comune pisano di Terricciola, è in pole position nella corsa alla guida dell’ente con sede all’Enfola. Ormai da mesi tutti parlano di lui. Mentre lui, tenendo un profilo basso, non si è mai esposto pubblicamente. «No, guardi. Non so niente, non sono coinvolto», risponde il primo cittadino toscano, rispondendo al Tirreno che ha provato a trascinarlo nell’agone del “toto-Parco”. Non cade nella provocazione diretta il 47enne primo cittadino ed esponente toscano di Fratelli d’Italia che, oltre a guidare il comune di Terricciola, amministra un’azienda di Capannoli. Gli piace definirsi come un “uomo di terra”, orgoglioso delle proprie radici, ma ama anche il mare. «Sarò sull’arcipelago toscano anche la prossima settimana, in barca a vela con la famiglia e alcuni amici». Una battuta, forse un’apertura. Poche parole per togliersi di dosso i panni del convitato di pietra. Almeno così viene visto dall’Elba.
Arcenni, finalmente. Viene indicato come il più papabile per il Parco. Tutto vero?
«Non so risponderle, non sono coinvolto. Le dico soltanto che sono a disposizione della Toscana, lo sono sempre stato. Da sindaco di Terricciola, da delegato Anci e in tutti gli incarichi che negli anni mi sono stati assegnati».
Quindi se venisse indicato per guidare il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano accetterebbe di buon grado?
«Sono sindaco di Terricciola e sarò sindaco di Terricciola anche in futuro. Al tempo stesso mi sento uomo della Toscana e per questo sono disposto a dare un contributo qualora mi venisse chiesto. Di certo non si tratterebbe di un incarico dispendioso in termini economici perché risponderei per spirito di servizio. Ho sempre ricoperto gli incarichi che mi sono stati assegnati con impegno, ad esempio ho guidato il teatro di Cascina contribuendo a portare il bilancio in pari ».
Sì, va bene. Ma qui si parla di guidare un Parco nazionale. Conosce l’Arcipelago?
«Sì, lo conosco bene. Frequento Capraia tutti gli anni, navigo tra le isole rigorosamente a vela, una mia grande passione. Credo che l’arcipelago toscano rappresenti una ricchezza di richiamo mondiale e allo stesso tempo credo all’idea di un Parco che sia sempre più in linea e in armonia con le persone che lo abitano».
Ritiene quindi che i presidenti che si sono succeduti negli anni alla guida del Parco siano stati carenti sotto questo aspetto?
«Li conosco tutti, sono persone squisite e molto preparate che sicuramente hanno lavorato bene e hanno fatto del loro meglio».
Dai, non ci giri intorno: sull’isola in tanti la ritengano inadeguato perché non avrebbe le competenze specifiche in questo settore.
«Non mi risulta che siano richiesti requisiti specifici per ricoprire questo incarico, mica si tratta di guidare un laboratorio analisi. Si tratta di governare un territorio. Sinceramente questo tipo di polemiche non mi appassiona, credo che le persone debbano essere valutate in base ai fatti e non per sentito dire».
Nei terreni della azienda agricola che amministra avete installato la “cabina del vento”, che serve per comunicare con l’infinito. Immagino che la linea con l’arcipelago sia stata particolarmente calda...
«Guardi, non ho bisogno di telefonare. Verrò anche la prossima settimana, in barca a vela».