«Potenziamo la cardiologia»: parte la petizione dei cittadini
Raccolte 100 firme in pochi giorni: appello ad Asl e Regione
PIOMBINO. Tre medici in più per salvare la cardiologia di Piombino. È questa la richiesta, semplice e concreta, che parte dai cittadini. Proposta fuori dalla politica, ma dentro la realtà. La lanciano Luisa Merlini, Davide Leonelli, Andrea Fanetti e Lorenza Boninu, rapidamente affiancati da almeno cento firme raccolte in pochi giorni. Un appello dal basso, dalla comunità. Da chi vive ogni giorno la distanza. Non solo dai grandi centri, ma dalla possibilità stessa di curarsi con dignità.
Così si ricorda che l’ospedale di Piombino rischia di perdere un pezzo fondamentale della sua struttura: il reparto di cardiologia. Oggi, il servizio è garantito solo grazie al lavoro instancabile di tre medici, che coprono turni massacranti su un territorio vasto – la Val di Cornia, l’Elba, fino alle urgenze da fuori zona. A loro si affiancano saltuariamente colleghi da altri ospedali, pagati con compensi onerosi: fino a 100 euro l’ora di giorno, oltre 600 euro per la notte.
Un sistema che regge a fatica, si spiega, e non garantisce continuità, gravando sulle casse pubbliche. E allora, prima ancora di parlare di nuove tecnologie, angiografi e apparecchiature avanzate, serve personale. La proposta è chiara: assumere o trasferire almeno altri tre cardiologi stabilmente a Piombino. Solo così si può garantire una copertura h24, solo così si può parlare di presa in carico vera, di diritto alla salute. È questa la voce che si alza dal territorio, mentre la Regione Toscana annuncia 496 milioni di euro per il nuovo ospedale di Livorno, risorse anche per Pisa, e investimenti per rafforzare i poli d’eccellenza. «Siamo felici – dicono i promotori – ogni euro speso nella sanità pubblica è ben speso. Ma che ne è dei territori periferici? Di chi non può aspettare un’ambulanza che arrivi da lontano, o bloccata nel traffico?». L’auspicio è che, una volta potenziato il personale, si possa pensare anche all’introduzione di un angiografo, magari da destinare inizialmente agli esami elettivi. Una macchina che Livorno ha già da un anno, e che a Piombino potrebbe rappresentare un piccolo ma significativo passo avanti. Il suo costo? Circa 350mila euro: cifra modesta, se confrontata con i grandi investimenti annunciati. Ma qui la questione non è solo economica. È di visione, di equità. «Vorremmo che questa richiesta arrivasse con una sola voce – scrivono i promotori – da tutte le amministrazioni locali. Una voce unita, trasversale, che metta al primo posto la salute dei cittadini». Nessuna polemica, nessuna accusa. Solo un appello deciso alle istituzioni: l’Asl Nord Ovest, la Regione Toscana, i sindaci della Val di Cornia. Appello che non ha bandiere. Perché la salute non ne ha. «Chiediamo – si sottolinea – risorse che garantiscano alla comunità piombinese e alla Val di Cornia e Isola d’Elba gli sessi servizi e la stessa sicurezza degli altri cittadini della Regione. Gli ammalati non hanno tessere politiche sono cittadini in difficoltà». Persone che aspettano, sperano, resistono. Così, firma dopo firma, cresce anche una speranza. Che la sanità pubblica non venga misurata solo a colpi di milioni, ma con la capacità di essere presente ovunque. Anche dove i numeri non sono grandi, ma le vite sì. Piombino non chiede privilegi. Chiede rispetto. Chiede che anche qui, nessuno resti indietro. A breve l’appello sarà convogliato su una pagina social puntando a massima diffusione e condivisione.