Le rondini con nido vista mare: alunni da Firenze per proteggerle
Al via la terza edizione del progetto “Facciamo Capanna” con laboratori a Perelli Ghignoli (Wwf): «Qui come al “Luna Beach” una piccola colonia censita dal 2014»
PERELLI Piccola comunità di nuovo vista mare: sono le rondini tornate ai nidi del bagno “La Capannina” di Perelli. E proprio qui sta per ricominciare il progetto “Facciamo Capanna” alla 3ª edizione con laboratori alla scoperta di natura, ambiente e storia; tutto per conoscere e proteggere il mondo che ci ospita. Attesi - ad inizio giugno - alunni della primaria “Monticelli” di Firenze (che saranno seguiti dal Wwf Livorno) .
Rondini, rondoni, balestrucci “valore aggiunto” ovunque abbiano il coraggio inconsapevole di fare un nido. Sì perché c’è ancora chi questo non lo capisce; Popolonia resta ambito, purtroppo, ancora molto a rischio. A seguire da sempre anche le rondini de “la Capannina” Silvia Ghignoli, responsabile oasi Wwf (riserva naturale regionale) Padule Orti Bottagone: «Qui vari laboratori – ricorda – fin dal 2014 grazie all’allora progetto del Consorzio bonifica che comprendeva pure il “Luna Beach”, dove erano censiti nidi nei bagni. Ora resta solo “la Capannina” – prosegue Ghignoli – : le rondini ci sono sempre state intorno al ristorante, 6/7 nidi dipende dagli anni. Dal 2021, col progetto “Facciamo Capanna” il laboratorio per bambini è dedicato soprattutto alle rondini visto che qui le possono anche vedere». Al Rivellino, a Piombino, sono state appena consegnate sei targhe ad altrettanti cittadini come “riconoscimento” perché vivono in case “amiche delle rondini”.
«In Val di Cornia, come a Piombino – racconta Ghignoli – situazione in continua evoluzione. A Populonia stazione c’erano tanti balestrucci: purtroppo pure lì, a causa di ristrutturazioni o manutenzioni, sono stati distrutti molti nidi. Eppure per evitarlo basterebbe poco: posizionando sotto i nidi una piccola mensola di legno si eviterebbe qualunque caduta. E non si deve riverniciare le pareti con colori idrorepellente: perché i nidi non possono essere più neppure ricostruiti. Populonia Castello non è meglio – aggiunge – purtroppo da qui i problemi vengono segnalati troppo tardi come nel caso di finestre sbarrate in una struttura dove esisteva un’intera colonia. Le rondini, i loro nidi, le uova e i piccoli sono protetti dalla legge e dal codice penale, che ne vieta l’uccisione e la distruzione. Basterebbero piccoli accorgimenti e si potrebbe convivere. Questi animali danno pregio ad ogni borgo».
«Dopo la cerimonia al Rivellino – sottolinea Silvia Ghignoli – tanti cittadini ci hanno contattato dai Diaccioni perché in una torretta ospitano rondini e balestrucci. Segnalazioni da diverse strutture ricettive e agricole Val di Cornia. Una colonia di balestrucci pure alla alla stazione di Campiglia già salvata dall’ultima ristrutturazione. Tutti luoghi che magari meritano una targa, faremo – assicura – delle verifiche».
Valore crescente per “Facciamo Capanna alla Capannina” con proposte di ecologia, sostenibilità, inclusività, accessibilità e valorizzazione del patrimonio partendo da uno stabilimento balneare. Ne è ideatore e curatore sin dall’inizio, Alberto Lotti, 30 anni, laurea in architettura (figlio di Fabrizio, titolare del bagno) : «Sempre l’idea di proporre “Capanne” – spiega – gesti semplici ma di valore che portano a ripensare tempo, spazio, azione: da queste considerazioni la scelta del nome del modello riproposto ogni anno. Pensare a un modo che, sfuggendo alle logiche del mercato, si basi su collaborazione, equità sociale, l’etica, il dono. Definiamo così, per il terzo anno consecutivo – dice – uno spazio neutro dove stare senza rumori estranei e di disturbo, per dar modo alla curiosità di indagare. È il consolidamento di iniziative che ci confermano, non solo azienda privata, ma promotori culturali all’interno di un territorio da valorizzare e curare». Partner del progetto Wwf Livorno,Parchi Val di Cornia, Gnrac, Microcosmo, Spazio H, Isis Follonica e Guardia costiera.