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Portoferraio, termosifoni spenti e freddo in aula: la preside manda a casa 1.200 alunni

di Antonella Danesi
Portoferraio, termosifoni spenti e freddo in aula: la preside manda a casa 1.200 alunni

Niente scuola al Foresi e al Cerboni. Gli studenti annunciano nuove proteste

25 gennaio 2023
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PORTOFERRAIO. Studenti in sciopero e dirigenti scolastici che chiudono le scuole e mandano a casa anche chi voleva partecipare alle lezioni. Ieri niente scuola per gli studenti dei due istituti superiori albani, Isis Foresi ed Itcg Cerboni, perché i plessi in cui sono distribuite le scuole erano senza riscaldamento e, al Cerboni, anche con l’elettricità a singhiozzo.

Da qui è scattata una mobilitazione in cui gli studenti hanno deciso di mettere sul piatto tutte le problematiche che, soprattutto al Foresi, riguardano anche l’edilizia scolastica, con aule fredde e fatiscenti e la mancanza di infrastrutture adeguate ad assicurare il diritto allo studio a tutti e per cui hanno annunciato una mobilitazione della comunità studentesca elbana per il 6 febbraio prossimo.

Già lunedì i termosifoni erano spenti ma i ragazzi hanno aspettato di vedere se la situazione sarebbe stata risolta. «Stamani (ieri, ndr) – racconta Pietro Gentili, rappresentante della Consulta provinciale degli studenti e studente dell’Isis Foresi – i termosifoni di tutti i nostri plessi erano spenti, e non è la prima volta che succede. È una situazione ricorrente che non dipende dalla nostra scuola ma molto probabilmente da un malfunzionamento degli impianti della provincia e dalle aziende che hanno in gestione il sistema di riscaldamento».

Di fronte all’evidenza del blocco del sistema di riscaldamento è intervenuta anche la dirigente scolastica Alessandra Rando che, dopo la comunicazione alle famiglie ha autorizzato studenti e studentesse a non entrare in classe. Una misura presa sulla base di quanto stabilito dalla normativa che stabilisce che per i mesi invernali le attività didattiche si possono svolgere nelle aule se la temperatura oscilla tra i 18 e i 22 gradi. «È inaccettabile per il regolare svolgimento delle attività didattiche che la temperatura nelle aule sia di 6-7 gradi centigradi al di sotto del minimo previsto dalla legge – ha commentato la dirigente del Foresi – la scuola deve garantire un ambiente adeguato all’apprendimento, criterio evidentemente non soddisfatto dai disservizi degli impianti di riscaldamento in questi giorni. Confidiamo nell’intervento della Provincia conclude perché vigili sulle cause dei disservizi ed esorti eventuali interventi della società e delle ditte locali che si occupano della manutenzione e del funzionamento degli impianti di riscaldamento degli Istituti superiori elbani».

Ma le problematiche lamentate dagli studenti, non si fermano al freddo, perché alla protesta dei ragazzi del Foresi per i riscaldamenti spenti si aggiunge anche quella sullo stato dell’edilizia scolastica degli immobili che ospitano i diversi indirizzi dell’istituto. «Soprattutto a Salita Napoleone la situazione è tragica – ribadisce Costanza Lupi, rappresentante della Consulta regionale –: infiltrazioni, finestre rotte, tende mancanti e assenza di una ascensore che possa garantire il diritto allo studio a chi è diversamente abile».

Nonostante tutto in questa difficile situazione ringraziano la dirigente scolastica, il personale Ata e professori che li hanno aiutati in questi due giorni di difficoltà. Epppure, come ricorda anche la rappresentante del parlamento regionale Sofia Canovaro, più volte gli studenti hanno contattato la Provincia e il Comune di Portoferraio che avevano annunciato «sopralluoghi – dice – che fino ad ora non ci sono stati».

In sciopero anche gli studenti del Cerboni sia per il freddo che per la mancanza di energia elettrica. «Lunedì non eravamo al corrente di questi problemi – ci dice Lucrezia Castellani, rappresentante di istituto – per questo siamo entrati, anche se alle 10 eravamo già usciti. Eravamo senza corrente e di conseguenza senza riscaldamento».

Ieri prima di entrare hanno fatto un controllo e, vedendo che la situazione era la stessa, hanno atteso l’intervento dei tecnici. Ma «più di metà della scuola aveva ancora i termosifoni spenti, la temperatura era al di sotto dei 18 gradi – racconta – i nostri diritti non erano tutelati ed abbiamo scioperato».

«Noi rappresentanti – annuncia Davide Pio Santoro – come abbiamo fatto oggi verificheremo la situazione prima di entrare».

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