Nessun allarme gas: nel piano dell'Italia Piombino è strategica
Fondamentale per il Mite è che il primo rigassificatore galleggiante di Piombino entri in funzione entro gennaio 2023, mentre il secondo entro la fine del 2023
ROMA. L'Italia non avrà bisogno di un drastico contenimento della domanda di gas da parte del settore industriale. E anche ipotizzando una interruzione dei flussi dalla Russia a novembre il deficit sarà gestibile attraverso misure di risparmio e diversificazione. Fondamentale, ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, il riempimento degli stoccaggi almeno al 90% entro fine anno e la messa in funzione, entro gennaio 2023, del primo rigassificatore galleggiante di Piombino.
IL PIANO DI DIVERSIFICAZIONE
L'incremento annuale di gas dalle nuove forniture salirà progressivamente dai 7,5 miliardi di metri cubi del II semestre 2022 a 24,6 miliardi di metri cubi nel 2025 così divisi: 11,9 miliardi di metri cubi di gas da Algeria, Tap e produzione nazionale; mentre 12,7 miliardi di metri cubi di Gnl arriveranno da altri Paesi quali Congo, Angola, Qatar, Egitto, Nigeria, Indonesia, Mozambico, Libia. I risparmi invece saliranno dai 2,6 miliardi di metri cubi del 2022 a 10,9 nel 2025. Fondamentale per il Mite è che il primo rigassificatore galleggiante di Piombino entri in funzione entro gennaio 2023, mentre il secondo entro la fine del 2023.
RIDURRE LA TEMPERATURA DI UN GRADO
Nel breve termine l'obiettivo è un risparmio di circa 2,5 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale, prevalentemente riducendo la temperatura del riscaldamento residenziale, pubblico e privato, di un grado con la contestuale riduzione di un'ora giornaliera. Spazio poi a progetti rinnovabili offshore e onshore, con lo sviluppo di circa 8 GW l'anno a regime dal 2023, equivalenti a un risparmio di gas pari a circa 2,5 miliardi di metri cubi l'anno. Altre misure prevedono lo sviluppo del biometano, con un potenziale di circa 2,5 miliardi di metri cubi al 2026, in progressivo aumento dal 2022 unitamente all'incremento della produzione termoelettrica a carbone o olio. Determinante, per superare l'inverno senza contraccolpi, il riempimento degli stoccaggi almeno al 90% entro fine anno.
DA DOVE PUÒ ARRIVARE PIÙ GAS
L'Italia può contare su una buona diversificazione del sistema di infrastrutture di approvvigionamento, con diversi potenziali di incremento entro il 2024. Attraverso Passo Gries, indica il Mite, possono arrivare 12 miliardi di metri cubi in più dal Nord Europa rispetto ai 2,2 attuali; dal Tap a Melendugno 1,5 miliardi di metri cubi in più dall'Azerbaijan rispetto ai 7,2 attuali; da Mazara del Vallo 6 miliardi di metri cubi in più dall'Algeria rispetto ai 21,2 attuali. Quanto ai rigassificatori già in funzione (Panigaglia, Livorno, Cavarzere) il potenziale di crescita è stimato in 6 miliardi di metri cubi in più rispetto ai 9,8 attuali.