Il Tirreno

Dal tribunale

Elba, vent’anni di carcere al marito violento: ha maltrattato la moglie fino a farla morire

Stefano Taglione
L’area degli Orti a Portoferraio dove la coppia abitava e dove Silvia Del Signore è stata trovata morta
L’area degli Orti a Portoferraio dove la coppia abitava e dove Silvia Del Signore è stata trovata morta

Il muratore con le sue violenze ha provocato il decesso della donna 49enne. Silvia Del Signore fu trovata senza vita nel container che faceva da casa alla coppia

19 luglio 2022
3 MINUTI DI LETTURA





PORTOFERRAIO. Vent’anni di reclusione per aver maltrattato la moglie fino a provocarne la morte. La corte d’assise del tribunale di Livorno, ieri pomeriggio, ha condannato il quarantaseienne marocchino Mohamed Saif: secondo i giudici popolari e togati, presidente Luciano Costantini, picchiando la cinquantanovenne Silvia Del Signore, trovata cadavere nel container che condividevano agli Orti, il Primo maggio dell’anno scorso ne avrebbe provocato il decesso. La donna, secondo la relazione del medico legale Marco Di Paolo, avrebbe perso la vita per un’emorragia provocata dalla rottura della milza, causata – secondo l’accusa – dalle continue percosse. Per questo, qualche settimana dopo il fatto, Saif era stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Livorno, coordinati dal reparto operativo guidato dal tenente colonnello Armando Ago.

IL PROCESSO

Il sostituto procuratore Giuseppe Rizzo, per il quarantaseienne, aveva chiesto 13 anni di reclusione. Il reato in questione, la morte causata dai maltrattamenti, prevede una pena da 12 a 24 anni, quindi la corte d’assise – con i sei giudici popolari e i togati Luciano Costantini (presidente) e Ottavio Mosti – ha optato quasi per il massimo: 20 anni. La difesa, rappresentata dagli avvocati romani Antonio e Alessandra Vittucci, aveva chiesto invece l’assoluzione. «Non vogliamo aggiungere alcun commento», spiegano i legali dopo la sentenza.

IL FATTO

Silvia Del Signore, che soffriva di importanti patologie, è morta attorno alle 17 del Primo maggio dell’anno scorso. Fu il marito a dare l’allarme, con il cadavere trovato nel bagno della loro casa-baracca, dove lui sosteneva di averla lasciata e accompagnata, qualche ora prima, per un malessere improvviso. Inizialmente poteva sembrare un decesso naturale, poi però i militari dell’Arma indagando hanno ipotizzato che la morte fosse stata provocata dai maltrattamenti messi in pratica dall’uomo, muratore con regolare contratto di lavoro.

I PRECEDENTI

In passato, infatti, il marito l’avrebbe più volte picchiata. In un passaggio della requisitoria il pubblico ministero ha evidenziato infatti che «dal punto di vista della personalità e del carattere sappiamo che il tribunale ha già stabilito che le denunce fatte da Silvia Del Signore nei confronti di Saif sono state ritenute attendibili e hanno portato a una sentenza di condanna». Il sostituto procuratore fa riferimento a una precedente sentenza nei confronti del muratore marocchino, sempre per maltrattamenti in famiglia e proprio dopo aver picchiato la moglie per la cui morte, ieri mattina, è stato condannato. C’è poi un altro episodio, accaduto due anni fa, la cui annotazione della polizia di Stato alla fine dell’istruttoria dibattimentale è stata acquisita su richiesta del pm: «Verso le 12.15 – sono le parole messe a verbale da Silvia Del Signore relative alla relazione del 16 maggio del 2020 delle volanti di Portoferraio – sono rientrata dopo aver fatto la spesa. Ho chiesto a mio marito il telecomando per mettere un canale radio, ma lui mi ha detto di no perché essendo Ramadan (il mese del digiuno nel calendario islamico ndr) doveva riposare. Mi ha spinto e mi ha picchiata duramente. Sono quindi andata fuori e ho chiamato il 112».


 

Primo piano
La tragedia

Lucca, muore per le esalazioni del rogo in casa: chi è la vittima