Il Tirreno

Il racconto

Piombino ribadisce il “No” al rigassificatore: il consiglio comunale straordinario, la protesta sotto al municipio e gli attimi di tensione in strada


	Il corteo dei manifestanti sceso in strada a Piombino 
Il corteo dei manifestanti sceso in strada a Piombino 

Presente anche il presidente della Regione, Eugenio Giani: i manifestanti gli hanno dedicato numerosi cori di contestazione

01 luglio 2022
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PIOMBINO. Attimi di tensione all’esterno del municipio. E un messaggio chiaro dal consiglio comunale: Piombino dice “No” all’ipotesi di un rigassificatore collocato nel porto della città. Venerdì 1 luglio si è svolta la seduta per discutere dell’opera. Presente anche il presidente della Regione, Eugenio Giani. Durante il confronto nel palazzo comunale, per le vie di Piombino si è tenuta una manifestazione alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini. Il corteo si è concentrato proprio sotto alle finestre del Comune.

Nel corso del consiglio è stato votato all’unanimità un documento in cui si ribadisce la contrarietà all’ipotesi di collocare un rigassificatore nel porto piombinese. Contrarietà che è stata confermata, oltre che dal sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, dagli altri sindaci della Val di Cornia e dal primo cittadino di Follonica.

La manifestazione contro il rigassificatore è andata avanti con numerosi cori contro il presidente Giani. Attimi di tensione quando un gruppo di manifestanti ha inseguito e accerchiato un’auto – in viale del Popolo - al cui interno si pensava ci fosse proprio il governatore. Dopo la fine del consiglio comunale alcuni cittadini hanno aspettato Giani all’uscita secondaria del municipio. Le forze di polizia si sono schierate per evitare incidente, ma il presidente della Regione è passato dall’entrata principale e non ha incontrato i manifestanti.

IL SINDACO

"Tanti occhi sono diretti oggi a questa sala consigliare perché sono tanti gli interessi per Piombino e per il territorio della Val di Cornia. Noi tanto per ribadirlo siamo contrari al rigassificatore: e quando dico noi, dico il sindaco, la giunta, la città e le istituzioni locali che rappresentano altri territori che sono fermamente contrari, perché riteniamo che sia un'ipotesi oggettivamente dannosa per il nostro territorio". Così Francesco Ferrari in apertura del consiglio comunale straordinario, al quale sono stati invitati a intervenire, tra gli altri, anche l'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, l'associazione Piscicoltori italiani, Federpesca, e il Consorzio balneare costa est. "I motivi del no - ha proseguito il sindaco - sono legati alla sicurezza perché riteniamo che una metaniera all'interno di un porto, oltre a essere la prima, rappresenta un grave pericolo che noi non vogliamo e non possiamo accettare. Un impianto rigassificatore è a 12 miglia marine dalla costa di Livorno, 20 km, con zona di interdizione di 3 km. Da parte nostra è impossibile accettare, nonostante l'interesse nazionale, perché nessuno può garantire l'incolumità dei cittadini". "Poi - ha aggiunto Ferrari - ci sono le ragioni ambientali ed economiche, perché legate all'ambiente e ci sono tante attività che verrebbero pregiudicate. Per non parlare poi del turismo e della riconversione in questa chiave di tante famiglie che ha un'importanza per il rilancio in questa città legata da sempre alla siderurgia". "Ci chiediamo come sia possibile parlare poi di compensazioni - ha concluso - quando niente può compensare la sicurezza, o i posti di lavoro che perdiamo. Piombino ha già dato, basterebbe questo per respingere la richiesta che ci viene fatta dal governo nazionale".

LE PAROLE DI GIANI

Queste le parole del presidente della Regione prima del consiglio comunale. "Ormai da dieci anni, dall'inizio della crisi delle acciaierie, su Piombino si sono concentrati progetti, protocolli, accordi di programma, ma poi in realtà non è stato fatto nulla". Ed è anche per questo che qui "la protesta o i dubbi verso il rigassificatore si sono amplificati più di ogni altro luogo", osserva. "A Ravenna, scherzando, hanno detto: se non lo prende la Toscana lo prendiamo noi. Una battuta che descrive un clima totalmente diverso". Invece, prosegue, "noi dobbiamo concordare con Piombino i dieci punti del memorandum, tra strade, bonifiche, fonti rinnovabili, risorse di supporto al sistema economico". Tutti aspetti "necessari per vedere e traguardare la Piombino del domani".

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