Ecoballe, un’emergenza nazionale: vertice tra ministro Costa e Borrelli
L’incontro dovrebbe tenersi in settimana e sull’appuntamento si concentrano le attese di chi guarda con preoccupazione allo scorrere del tempo
PIOMBINO. Un vertice tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli. L’incontro dovrebbe tenersi in settimana e sull’appuntamento si concentrano le attese di chi guarda con preoccupazione allo scorrere del tempo da quando il 23 luglio 2015 il cargo IVY ha disperso 56 ecoballe, 63mila chili di plastiche eterogenee di combustibile solido secondario (Css), sui fondali in prossimità dell’isolotto di Cerboli.
A dare qualche margine di speranza è il venir meno del principale ostacolo. Il 25 giugno è decaduto l’incarico di commissario straordinario dato al contrammiraglio Aurelio Caligiore – capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di porto (Ram), struttura specialistica che è incardinata presso il ministero dell’Ambiente _, la cui nomina da mesi è al centro di una contestazione da parte dell’Autorità garante per la concorrenza del mercato, il cui pronunciamento è atteso per il 31 luglio. Sgombrato il campo da un atto che sul campo si è dimostrato inadeguato a fronteggiare l’emergenza ci sono tutti i margini per ripartire con il piede giusto, e senza che la burocrazia romana debba ammettere lo sbaglio fatto un anno fa.
Da settimane sul tavolo del capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli c’è più di una nota. Una è del capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente in cui il ministro, il generale Sergio Costa, chiede la proclamazione dell’emergenza nazionale per le ecoballe disperse nel golfo di Follonica. La stessa cosa ha fatto il capo di gabinetto del governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. E ce n’è un’altra sottoscritta dal direttore generale dell’Ispra Alessandro Bratti, che definisce il recupero indifferibile. Anche il contrammiraglio Caligiore, prima di decadere dall’incarico di commissario straordinario ha più volte sollecitato un provvedimento in linea con l’emergenza.
Il criterio guida è il “Piano operativo di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e da altre sostanze nocive”. Lo ha messo a punto da anni il ministero dell’Ambiente: 55 pagine in cui si disciplinano le modalità operative di intervento del dipartimento della Protezione civile nazionale. Il piano si applica in tutti i possibili inquinamenti marini o costieri, qualunque siano le fonti e le situazioni che li hanno originati, quando sia stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale ai sensi dell’articolo 5 della legge 225/92, ovvero, nei casi di situazioni emergenziali eccezionali che possano compromettere l’integrità della vita, ai sensi dell’articolo 3 della legge 286 del 2002.
Il presidente Rossi chiede «che il governo faccia un decreto nel più breve tempo possibile conferendo a me i poteri commissariali e adeguati strumenti per intervenire». Mette le mani avanti il parlamentare toscano della Lega Manfredi Potenti, componente della Commissione bicamerale d’inchiesta sugli ecoreati. «La richiesta di pieni poteri avanzata da Rossi sull’emergenza ecoballe riuscirà a scandalizzare la sinistra? – dice –. Anziché spararle grosse, il governatore della Toscana farebbe meglio a fare piena luce sulla vicenda, con l’accertamento della provenienza, della destinazione e della natura dei materiali dispersi». — M.M.