Il Tirreno

Piombino, la cinghialetta Neda nella sua nuova casa

di Melisanda A. Massei
Piombino, la cinghialetta Neda nella sua nuova casa

Virale sul web l’affetto per questo piccolo animale salvato da morte certa e adottato da un operaio che vive a Baratti

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La nuova amica della cinghialetta Neda è una gatta nera dal naso fino alla punta della coda. La micia la spia da dietro la finestra e di certo si chiede cosa sia quell’animaletto dal pelo striato che da qualche giorno passa di coccola in coccola. Poi Nerona riesce a entrare in casa e le distanze si riducono: la gatta si avvicina, annusa un po’ la cinghialetta, siede accanto a lei, per poi sgusciare di filato sotto una sedia, complice, ma timorosa, un po’ come lo sono tutti i gatti. Neda (e non Nedo, come all’inizio si era pensato) è tornata a casa alcuni giorni fa. Adesso sta bene. Anzi, benone. La sua storia - raccontata dal nostro giornale - ha fatto il giro di Facebook. Dai messaggi d’affetto alle proposte di adozione.

IL VIDEO: LA CINGHIALINA NELLA SUA NUOVA CASA

(Foto e video di Paolo Barlettani)

Ma un papà umano Neda, la cinghialina fortunata, già ce l’ha: Roberto Panerati, 24 anni, operaio Lucchini, il ragazzo che quasi tre settimane fa l’ha raccolta mentre tutta sola e spaesata trotterellava lungo il recinto del parco archeologico di Baratti. Poi l’imprevisto, la mattina del 25 febbraio, quando Neda si sente male. Roberto non perde tempo e la accompagna allo studio veterinario di Laura Mazzolli, in via della Repubblica. La diagnosi è polmonite ab ingestis. Le probabilità di sopravvivenza, scarsissime. L’equipe - Mazzolli, assieme a Riccardo Cervelli e Giulia Lera - tenta il tutto per tutto. E alla fine Neda ce la fa.

Poi la degenza e il ritorno a casa, un bel casale alle Caldanelle, dove da ora in poi la cinghialetta vivrà felice in compagnia di Roberto, del fratellino Daniele, dei loro genitori Lorella e Damiano e di ben nove gatti. Più, il via vai continuo di amici e dei parenti: Giada, innanzitutto, la fidanzata di Roberto, che era con lui sia quel giorno a Baratti, sia durante la corsa verso l’ambulatorio veterinario. E poi nonno Gastone e nonna Miretta, nonna Velia, che abita al piano di sopra, gli zii e i cugini.

Proprio nonno Gastone ha costruito il box - dentro casa - che fa da cuccia alla piccola Neda. «In realtà – confessa Roberto nel mostrarcela – non è che Neda la apprezzi più di tanto. Vedete, noi le abbiamo messo dentro varie coperte, un portantino di quelli per i gatti e perfino un pupazzetto. Lei però continua a preferire il mio letto, e allora... non resta che farla dormire con me». Abitudine, questa, che la piccola Neda ha preso quando ancora era in degenza dalla dottoressa Mazzolli, che per non perderla mai di vista e - soprattutto - tenere il ritmo delle poppate (una ogni tre ore), se la portava a casa. «L’unico alimento di Neda – prosegue Roberto – è ancora il latte. Fra qualche settimana dovremo pensare allo svezzamento e poi inizieremo a farle mangiare qualche patata lessa».

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La cinghialetta pesa poco più di un chilo e, quanto all’età, avrà poco più di tre settimane, visto che quando è stata ritrovata poteva avere al massimo tre giorni, e non dieci, come si era pensato (per l’età giovanissima si creato l’equivoco sul sesso, difficile da distinguere in un animale così piccolo: e invece il cucciolo, anziché un maschietto, è a tutti gli effetto una femminuccia). Anche la polizia provinciale è andata a trovare Neda, avvisata dalla dottoressa Mazzolli, secondo la prassi prevista per la fauna selvatica. Gli agenti hanno verificato le caratteristiche della casa e soprattutto dello spazio che la circonda: qui, infatti, la cinghialetta andrà a vivere quando sarà più grande, in un recinto per il quale occorreranno misure e materiali specifici che la polizia ha già comunicato a Roberto e alla sua famiglia.

Ormai, a tutti gli effetti, anche la famiglia di questo esserino passato dalla vita alla morte come in una bella fiaba. «Proprio questo ha reso per me questa esperienza bellissima – commenta dal suo studio la dottoressa Mazzolli – All’inizio sembrava non ci fossero speranze e invece poi tutto è andato bene». Un’esperienza di sicuro anche insolita. «Un cinghiale così piccolo non mi era mai capitato – risponde la veterinaria – e questo peraltro mi ha permesso anche di capire molte cose su questa specie. Per esempio, quanto i cinghiali siano intelligenti. Quasi più di un cagnolino. E poi, insomma, vederla così, che cerca le tue coccole, che vuole essere cullata... Tutto davvero meraviglioso. Sì, penso proprio che non la dimenticherò. E che al più presto andrò a trovarla».

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