Piombino, la cinghialetta Neda nella sua nuova casa

di Melisanda A. Massei
Piombino, la cinghialetta Neda nella sua nuova casa

Virale sul web l’affetto per questo piccolo animale salvato da morte certa e adottato da un operaio che vive a Baratti

12 marzo 2014
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La nuova amica della cinghialetta Neda è una gatta nera dal naso fino alla punta della coda. La micia la spia da dietro la finestra e di certo si chiede cosa sia quell’animaletto dal pelo striato che da qualche giorno passa di coccola in coccola. Poi Nerona riesce a entrare in casa e le distanze si riducono: la gatta si avvicina, annusa un po’ la cinghialetta, siede accanto a lei, per poi sgusciare di filato sotto una sedia, complice, ma timorosa, un po’ come lo sono tutti i gatti. Neda (e non Nedo, come all’inizio si era pensato) è tornata a casa alcuni giorni fa. Adesso sta bene. Anzi, benone. La sua storia - raccontata dal nostro giornale - ha fatto il giro di Facebook. Dai messaggi d’affetto alle proposte di adozione.

IL VIDEO: LA CINGHIALINA NELLA SUA NUOVA CASA

(Foto e video di Paolo Barlettani)

Ma un papà umano Neda, la cinghialina fortunata, già ce l’ha: Roberto Panerati, 24 anni, operaio Lucchini, il ragazzo che quasi tre settimane fa l’ha raccolta mentre tutta sola e spaesata trotterellava lungo il recinto del parco archeologico di Baratti. Poi l’imprevisto, la mattina del 25 febbraio, quando Neda si sente male. Roberto non perde tempo e la accompagna allo studio veterinario di Laura Mazzolli, in via della Repubblica. La diagnosi è polmonite ab ingestis. Le probabilità di sopravvivenza, scarsissime. L’equipe - Mazzolli, assieme a Riccardo Cervelli e Giulia Lera - tenta il tutto per tutto. E alla fine Neda ce la fa.

Poi la degenza e il ritorno a casa, un bel casale alle Caldanelle, dove da ora in poi la cinghialetta vivrà felice in compagnia di Roberto, del fratellino Daniele, dei loro genitori Lorella e Damiano e di ben nove gatti. Più, il via vai continuo di amici e dei parenti: Giada, innanzitutto, la fidanzata di Roberto, che era con lui sia quel giorno a Baratti, sia durante la corsa verso l’ambulatorio veterinario. E poi nonno Gastone e nonna Miretta, nonna Velia, che abita al piano di sopra, gli zii e i cugini.

Proprio nonno Gastone ha costruito il box - dentro casa - che fa da cuccia alla piccola Neda. «In realtà – confessa Roberto nel mostrarcela – non è che Neda la apprezzi più di tanto. Vedete, noi le abbiamo messo dentro varie coperte, un portantino di quelli per i gatti e perfino un pupazzetto. Lei però continua a preferire il mio letto, e allora... non resta che farla dormire con me». Abitudine, questa, che la piccola Neda ha preso quando ancora era in degenza dalla dottoressa Mazzolli, che per non perderla mai di vista e - soprattutto - tenere il ritmo delle poppate (una ogni tre ore), se la portava a casa. «L’unico alimento di Neda – prosegue Roberto – è ancora il latte. Fra qualche settimana dovremo pensare allo svezzamento e poi inizieremo a farle mangiare qualche patata lessa».

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La cinghialetta pesa poco più di un chilo e, quanto all’età, avrà poco più di tre settimane, visto che quando è stata ritrovata poteva avere al massimo tre giorni, e non dieci, come si era pensato (per l’età giovanissima si creato l’equivoco sul sesso, difficile da distinguere in un animale così piccolo: e invece il cucciolo, anziché un maschietto, è a tutti gli effetto una femminuccia). Anche la polizia provinciale è andata a trovare Neda, avvisata dalla dottoressa Mazzolli, secondo la prassi prevista per la fauna selvatica. Gli agenti hanno verificato le caratteristiche della casa e soprattutto dello spazio che la circonda: qui, infatti, la cinghialetta andrà a vivere quando sarà più grande, in un recinto per il quale occorreranno misure e materiali specifici che la polizia ha già comunicato a Roberto e alla sua famiglia.

Ormai, a tutti gli effetti, anche la famiglia di questo esserino passato dalla vita alla morte come in una bella fiaba. «Proprio questo ha reso per me questa esperienza bellissima – commenta dal suo studio la dottoressa Mazzolli – All’inizio sembrava non ci fossero speranze e invece poi tutto è andato bene». Un’esperienza di sicuro anche insolita. «Un cinghiale così piccolo non mi era mai capitato – risponde la veterinaria – e questo peraltro mi ha permesso anche di capire molte cose su questa specie. Per esempio, quanto i cinghiali siano intelligenti. Quasi più di un cagnolino. E poi, insomma, vederla così, che cerca le tue coccole, che vuole essere cullata... Tutto davvero meraviglioso. Sì, penso proprio che non la dimenticherò. E che al più presto andrò a trovarla».

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