"Acciaio" diventa un film firmato dal regista Mordini
Francesca Lenzi
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PIOMBINO. "Acciaio" diventa film. È ormai ufficiale. E Silvia Avallone confessa tutto il proprio entusiasmo: «Sono molto felice. Soprattutto per la visibilità che ha il cinema. Le immagini daranno forma alla fabbrica che ho raccontato nel mio libro». Il successo della giovane scrittrice non accenna a fermarsi. Dopo il testa a testa nella finale del premio Strega e la vittoria del Campiello Opera Prima, l'Avallone aggiunge un'altra tacca al momento d'oro che sta vivendo ormai da otto mesi.
Era il 20 gennaio, quando "Acciaio" iniziava a trovare posto negli scaffali delle librerie italiane. Già dopo un mese dalla pubblicazione erano stati venduti i diritti cinematografici alla Palomar. Ma solo adesso il progetto di una trasposizione su grande schermo prende corpo. Il regista sarà Stefano Mordini, 42enne toscano di Marradi, in provincia di Firenze. Il suo primo lungometraggio, "Provincia meccanica" (2005), con Stefano Accorsi e Valentina Cervi, ha gareggiato pure al prestigioso festival di Berlino.
Il copione è invece affidato alla sceneggiatrice Giulia Calenda, figlia di Cristina Comencini. Al suo attivo collaborazioni importanti in film come "La Bestia nel cuore" e "Bianco e nero", diretti dalla madre, e "Solo un padre" di Luca Lucini. Siamo ancora allo stadio iniziale. Di recente il trio Avallone-Mordini-Calenda è stato nella fabbrica di Piombino. «La squadra c'è. Ma solo quella per ora - spiega il regista - Manca ancora tutto: la scelta del cast, il testo, la definizione delle locations.
La visita nello stabilimento è servita per darci un'idea del contesto industriale». Un tour di sei ore all'interno della grande acciaieria.Tre i reparti visti: il capannone dei treni-rotaia, l'altoforno, la cokeria. I volti, il rumore, la polvere, le macchine. Gli stessi che Silvia ha fatto parlare nelle pagine di "Acciaio". «Credo che gireremo tutto a Piombino - aggiunge Mordini - Sia le scene in fabbrica che le ambientazioni urbane. Sarebbe una soluzione ideale anche a livello di produzione. Vedremo se e come sarà possibile, ma la volontà è questa».
Era il 20 gennaio, quando "Acciaio" iniziava a trovare posto negli scaffali delle librerie italiane. Già dopo un mese dalla pubblicazione erano stati venduti i diritti cinematografici alla Palomar. Ma solo adesso il progetto di una trasposizione su grande schermo prende corpo. Il regista sarà Stefano Mordini, 42enne toscano di Marradi, in provincia di Firenze. Il suo primo lungometraggio, "Provincia meccanica" (2005), con Stefano Accorsi e Valentina Cervi, ha gareggiato pure al prestigioso festival di Berlino.
Il copione è invece affidato alla sceneggiatrice Giulia Calenda, figlia di Cristina Comencini. Al suo attivo collaborazioni importanti in film come "La Bestia nel cuore" e "Bianco e nero", diretti dalla madre, e "Solo un padre" di Luca Lucini. Siamo ancora allo stadio iniziale. Di recente il trio Avallone-Mordini-Calenda è stato nella fabbrica di Piombino. «La squadra c'è. Ma solo quella per ora - spiega il regista - Manca ancora tutto: la scelta del cast, il testo, la definizione delle locations.
La visita nello stabilimento è servita per darci un'idea del contesto industriale». Un tour di sei ore all'interno della grande acciaieria.Tre i reparti visti: il capannone dei treni-rotaia, l'altoforno, la cokeria. I volti, il rumore, la polvere, le macchine. Gli stessi che Silvia ha fatto parlare nelle pagine di "Acciaio". «Credo che gireremo tutto a Piombino - aggiunge Mordini - Sia le scene in fabbrica che le ambientazioni urbane. Sarebbe una soluzione ideale anche a livello di produzione. Vedremo se e come sarà possibile, ma la volontà è questa».