Il Tirreno

A Palazzo Appiani “Intorno a me”, mostra dell’ex muratore-disegnatore Sergio Signori

A Palazzo Appiani “Intorno a me”, mostra dell’ex muratore-disegnatore Sergio Signori

Oggi è l’ultimo giorno per visitare l’esposizione

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Palazzo Appiani non affaccia più solo sul mare di piazza Bovio. Ma anche sulla Savana. Grazie alla mostra "Intorno a me", dell’artista Sergio Signori. Classe 1937, storico muratore piombinese, da quando è andato in pensione Signorini ha iniziato a disegnare, copiare, ritrarre i soggetti che hanno caratterizzato la sua vita, e le sue passioni. C’è un tempo in cui le mani smettono di stringere cazzuola e cemento e cominciano a trattenere matite, carboncini, colori. È il tempo della restituzione, quello in cui una vita di lavoro trova finalmente il modo di raccontarsi. E Signori, che a 88 anni è ancora pieno d’energia, e che indossa l’età come un vestito che porta i segni del tempo ma che ha un valore affettivo inestimabile, ora si racconta. Mostrando a tutti quello che ha visto, nomen omen, intorno a sé. Non un artista "tardivo", ma un uomo che ha saputo ascoltare il momento giusto. E che oggi, senza clamore, restituisce alla città uno sguardo gentile, fatto di memoria, manualità e poesia. Perché anche dopo una vita passata a costruire muri, si può continuare pensare l’arte. «I miei disegni ritraggono soprattutto gli animali che ho visto in Africa. Sono innamorato di questo continente. Sono malato d’Africa». Tanti gli stati africani visitati: «sono stato in Egitto e in Tunisia, ma la parte che mi piace di più è quella del centro e del sud dell’Africa - racconta l’artista - . Tanzania, Botswana, Namibia, Zimbabwe, Tanzania sono posti in cui tornerei volentieri, sono stupendi». A mano libera, a carboncino, o con la sanguigna, i disegni di Signori sono tutti pezzi unici. C’è l’Africa, nella mostra, grande passione dell’artista, vissuta, amata, attraversata con lo sguardo curioso di chi sa fermarsi e apprezzare tutti i colori della vita. Leoni, elefanti, zebre, acque ferme e cieli incendiati dal sole: immagini che parlano di rispetto, di equilibrio, di meraviglia. E sulle pareti non mancano cani, gatti, lupi. E non mancano i volti di persone che l’artista ha conosciuto nel corso della sua vita. Ma i protagonisti della mostra, i soggetto che più ispirano Signori, sono i cavalli. Da soli o in gruppo, in corsa o a riposo. Con o senza e a fianco o sopra dei fantini. I cavalli sono ritratti davvero in tutti i modi. «Sono i soggetti che disegno di più. Ho fatto anche un cavallo della Ferrari, che sta in piedi - dice l’artista - . Sono animali che sono sempre in corsa, mi trasmettono l’idea di essere liberi». Proprio come i cavalli che raffigura, nella sua vita Sergio non si è fermato un attimo. «Ho iniziato a lavorare nel 1951, a quattordici anni. E per tutta la vita ho fatto il muratore - spiega - . Prima ho lavorato come dipendente, anche nel settore edile delle acciaierie. Poi mi sono messo in proprio». Dopo non essersi fermato un attimo durante la sua carriera lavorativa, giunto in pensione nel 2001, «non sono riuscito a fermarmi, voglio sempre fare qualcosa», dice. Così ha unito le sue due passioni. Quella di sempre, il viaggio. E quella nuova: dopo una vita passata a creare e modellare i più differenti tipi di materiale, con il disegno ora l’artista mette la sua realtà su carta. «Ho iniziato a girare il mondo quando ancora lavoravo, negli anni Novanta. L’Africa è il continente che preferisco, ma ho visto tanti bei posti nella mia vita. La Patagonia, il Messico, l’Uzbekistan - scrive a voce il suo diario di viaggio Signori - . E l’Europa l’ho girata tutta. Dal Portogallo fino ai Baltici, passando per Svezia e Norvegia. Mi ricordo ancora quando ho girato tutta Parigi a piedi, senza prendere mai i mezzi pubblici». Sono 57 i disegni dell’artista esposti a Palazzo Appiani. «Ma con quelli che non sono affissi alle pareti, che lascio sul tavolo per farli vedere ai visitatori, si arriva a 127 - dice fiero Signori - . Tanti sono disegni che le persone mi hanno chiesto di fare». Oltre ai cavalli, sulle pareti spiccano anche i cani e i gatti: «tanti sono animali dei miei amici - dice -. Io sono un copista, prendo il soggetto e lo faccio pari pari. Se chi guarda i disegni vede delle cose sui cani, tipo delle fascette, non sono mie aggiunte. Le hanno proprio perché ho copiato il soggetto». A colpo d’occhio i disegni sono dettagliati e ben definiti. Sembrano il risultato di un lavoro lungo diverse ore. Ma non è esattamente così. «Disegno sia se qualcuno mi chiede di fare qualche ritratto, sia se sono ispirato -illustra la sua arte Signori-. Se sono ispirato prendo il foglio, mi metto all’opera e butto già il soggetto in mezz’ora». Più tempo, per forza di cose, è necessario per la rifinitura dei dettagli. «Con calma poi riguardo tutto il lavoro, e passo sul disegno una settimanetta», continua Signori. Può girare tutti i paesi del mondo, può vedere posti inesplorati, ma per Signori «Piombino è sempre Piombino - racconta -. Ho sempre abitato qui, e ho tanti amici. Tutti in città mi vogliono bene». Da sempre legato alla sua città, in passato Signori ha donato a Piombino la panchina multicolor che oggi si trova nel Giardino arcobaleno di via Grosseto. Sempre a giro per il mondo, sì, ma non avrebbe mai potuto vivere fuori da Piombino. Ora, l’artista ha un sogno. Vuole uscire da Piombino un’ultima volta. «Vorrei festeggiare i novant’anni in Africa», sogna. L’ultimo giorno per visitare la mostra è oggi. L’accesso è dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19. 

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