«Aldo era un politico che sapeva ascoltare». Venturi ricorda l’ex sindaco e presidente della Provincia scomparso a 75 anni
Le storie politiche dei due ex esponenti del Pci si sono più volte intrecciate negli anni
Pescia «Aldo aveva una grandissima capacità d'ascolto che lo rendeva davvero un politico vicino alla gente». Questo è stato il tratto distintivo di Aldo Morelli, autentico "cavallo di razza" della politica pistoiese e non solo, secondo il parere dell'ex presidente della Provincia Gianfranco Venturi. Dal suo "buen ritiro" di Maresca, Venturi si fa trasportare sulle ali della nostalgia ricordando il modo di far politica del suo amico improvvisamente scomparso per un malore a 75 anni. «In una mattinata era capace di ascoltare il parere di decine e decine di persone – dice con tono deciso – mentre oggi nessuno lo fa». I destini di questi due uomini politici si sono incrociati per oltre 30 anni. «Poi nel 2013 – ricorda Venturi – le nostre strade si sono divise perché io scelsi di abbandonare il partito a cui avevo dedicato l'intera mia esistenza. Ormai non condividevo più la strada che era stata intrapresa e decisi di farmi da parte senza alcun rimorso e senza alcun rancore. Il mondo ha fatto a meno di uomini come Leonardo da Vinci e ha fatto poi benissimo a meno anche di politici come Gianfranco Venturi».
Prima però di pronunciare il suo gran rifiuto nel proseguire la sua carriera politica nel Pd, le storie politiche e personali dei due uomini sembravano scritte da una stessa penna, che volesse divertirsi a alternarle e a metterle a confronto. «Aldo proveniva dal mondo della scuola – prosegue Venturi – visto che prima di dedicarsi alla politica a tempo pieno aveva lavorato per un po' di tempo alla segreteria scolastica dell'istituto Capitini di Agliana. Poi la passione politica prese il sopravvento e, dopo essere diventato segretario del Pci di Lamporecchio, approdò in provincia come consigliere. Io però già lo avevo conosciuto quando, da segretario di sezione nella sua città, non si tirava mai indietro nel dare il suo personale appoggio e quello della sua sezione a tutte le iniziative del partito provinciale. Io, all'epoca, ero segretario provinciale del Pci e, quando dovevamo ad esempio organizzare le feste dell'Unità, il primo che veniva consultato era proprio Aldo».
I due uomini poi ebbero entrambi una lunga e prestigiosa carriera politica, scambiandosi addirittura i ruoli. «Io sono stato assessore provinciale – dice ancora Venturi – quando Aldo era presidente della Provincia. Collaborare con lui è stato bellissimo. Poi io sono diventato presidente della Provincia dal 1999 al 2009 mentre lui è diventato sindaco nella sua Lamporecchio, proprio negli ultimi anni in cui il Pci registrava in quel comune le più alte percentuali d'Italia». In seguito, quando Aldo Morelli fece la sua seppur fugace apparizione in Regione per sostituire Caterina Bini eletta al parlamento, i percorsi politici dei due uomini iniziarono a divaricarsi, pur mantenendo un tratto comune. Gianfranco Venturi scese dal treno che, secondo i suoi voleri, doveva condurlo al socialismo ma che, a suo parere, aveva imboccato un binario morto. Anche Aldo Morelli decise di allontanarsi da quel partito che aveva significato tantissimo nella sua vita per abbracciare, negli ultimi anni, l'esperienza del civismo in salsa Giurlani, in una realtà difficile ma stimolante come Pescia.
«Non abbiamo mai perso i contatti ma lui non mi parlava quasi mai di questa sua nuova esperienza politica – puntualizza Venturi – preferendo sempre affrontare temi più alti e delicati come adesso l'esito che potranno avere le elezioni regionali o l'operato della Flottilla». Con la morte di Aldo Morelli, anche Gianfranco Venturi ha perso una parte di sé: «Con Aldo perdo un amico vero, ma Pistoia perde uno degli ultimi politici di un tempo».