Morti nell’alluvione a Lamporecchio. I parenti citano in giudizio il Comune
Imputati per omicidio colposo sono ex sindaco e vice oltre a un dirigente
Lamporecchio Citato in giudizio come responsabile civile il Comune di Lamporecchio dai figli e parenti di Antonino Madonia e della moglie Teresa Perone, all’epoca dei fatti 70 e 65 anni, travolti e uccisi dalla piena a Lamporecchio il 2 novembre del 2023 durante l’alluvione che ha sconvolto il nostro territorio e soprattutto la piana tra Pistoia e Prato, facendo dieci morti tra i quali i due coniugi in Valdinievole.
Lunedì 15 settembre l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Pistoia nell’ambito del processo che vede imputati per il reato di omicidio colposo l’ex sindaco e l’ex vicesindaco di Lamporecchio, Alessio Torrigiani e Daniele Tronci, insieme al dirigente comunale ai lavori pubblici Simone Innocenti. Per loro la procura di Pistoia ha chiesto il rinvio a giudizio. Il gup si riserverà di decidere nella prossima udienza fissata a novembre.
Torrigiani è imputato in qualità di autorità territoriale di protezione civile nel 2023, quando era ancora in carica, Tronci come assessore delegato alla protezione civile, ambiente e territorio e componente del centro operativo comunale attivato lo stesso 2 novembre nonché referente per la segnalazione delle emergenze, il dirigente Innocenti quale responsabile della protezione civile del Comune di Lamporecchio e coordinatore del Centro operativo comunale.
Secondo la procura, nonostante le continue segnalazioni da parte degli organi regionali e provinciali che raccomandavano di monitorare corsi d’acqua e bacini per il rischio di esondazioni, allagamenti e problemi alla viabilità, i tre imputati non avrebbero emanato le ordinanze urgenti di chiusure delle strade a rischio né organizzato presidi territoriali di controllo. Si parla dunque di (eventuale) responsabilità omissiva, in violazione del Codice della protezione civile, del Testo unico sull’ordinamento degli enti locali e del Piano comunale di protezione civile risalente al 2018.
Con strade a rischio s’intendono in particolare via Badalino (classificata come esposta a rischio idraulico nel piano comunale) e proprio via Podere Vitetto, quest’ultima percorsa quella sera dai coniugi per arrivare ad attraversare il ponticino in pietra sul fosso di Greppiano a bordo della loro Ford Fusion, prima di essere travolti dalla piena e inghiottiti dal fiume a causa del crollo della struttura. L’auto fu trascinata per diversi chilometri, per poi essere ritrovata l’indomani nella località di San Pantaleo nel comune di Vinci, schiacciata e piena di fango, un ammasso di ferraglia distrutta. Poi furono ritrovati i corpi senza vita dei due coniugi, in posti diversi a circa un chilometro e mezzo dal luogo del dramma.
Quella sera Madonia, macellaio in pensione, e Perone, erano a cena dalla figlia, residente con la famiglia a Ponte Buggianese. Nonostante le sue insistenze, decisero di non fermarsi per la notte ma di ritornare a casa nelle campagne di Lamporecchio. A casa però non ci sono mai arrivati, lasciando i figli Alessio e Isabella, la nuora, il genero e i nipoti Giulia, Andrea, Matteo e Serena.
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