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Herons Montecatini, la storia è adesso. Per battere Treviglio conta il cuore

di Lorenzo Carducci
Herons Montecatini, la storia è adesso. Per battere Treviglio conta il cuore

Alle 20,45 di mercoledì 4 giugno la decisiva gara-5 con in palio la finale playoff

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Montecatini Un’altra gara 5. Come nel quarto di finale con Omegna. Come l’anno scorso, sia in semifinale con Ruvo di Puglia – spettatrice interessata in attesa di sapere con chi dovrà giocarsi l’A2 – che in finale con Avellino, l’unica “bella” che evoca brutti ricordi.

Aver portato la serie sul 2-2 è già una mezza impresa, di fronte a una Treviglio più profonda, più giovane e che pur senza il suo lungo straniero Marcius (magari di rientro proprio per quest’ultimo atto) ha dimostrato di non essere arrivata prima per coincidenza nel girone A. Una Treviglio che in casa, mercoledì 4 giugno alle 20,45 al PalaFacchetti, darà il 110% per centrare la finale. Deve però fare i conti con l’anima di una Fabo che nonostante una stagione altalenante e sfortunata, al momento della verità ha tirato fuori tutto il proprio vissuto, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Gara 4 ne è stata l’ennesima prova.

Per continuare a sognare adesso serve un altro capolavoro, oltre gli acciacchi degli otto a disposizione e oltre la logica del “è già tanto essere arrivati fin qui”. In questa semifinale la Fabo è stata avanti soltanto 46’ contro i 100’ della Tav, che ha vinto anche più quarti (9-5 e 2 pareggi) e segnato di più. A parti invertite, è un po’ la fotografia della semifinale con Ruvo di un anno fa. Numeri che dicono qualcosa, ma non tutto. In una partita secca come quella di stasera, diventa cruciale cominciare col piede giusto e saper reagire nell’immediato ai colpi dei ragazzi di coach Davide Villa. Evitare che scappino, stare il più possibile attaccati. E se c’è modo di scavare un solco, coglierlo al volo. Aver vinto domenica, nonostante il 50% da tre di Vecchiola e compagni, non può che dare fiducia.

Nel grande puzzle ci sono poi le storie dei singoli. Quelle ad esempio di uno Sgobba che in questa serie non è ancora venuto fuori del tutto, discorso valido anche per Benites che con Omegna ha fatto vedere cosa sa fare nelle serate da dentro o fuori. O di un Chiera a dir poco commovente in questi playoff. E così via.

Uno ad uno, gli aironi stasera non saranno soli. Con loro ci saranno circa duecento tifosi, per un esodo che anche per geografia ricorda quello a Pavia di due anni fa. Il popolo Herons vive il suo ennesimo appuntamento con la storia. Dopo l’A2 sfumata l’anno scorso, potersi rifare avrebbe un sapore unico. «Quaranta minuti per un sogno chiamato finale, per noi e per la storia» scrive il presidente Andrea Luchi sui social.

Federico Barsotti sa bene che a livello emotivo sono partite che si preparano da sole, o quasi. «Confido molto che faremo una gara importante – dice – poi ci sono gli avversari, che sono fortissimi. Mi aspetto il rientro di Marcius, noi però dobbiamo restare i soliti anche se dovesse venir fuori una gara più tattica. Il nostro punto interrogativo è la condizione fisica, ma siamo a gara 5 e tutt’al più andremo di adrenalina. Dovremo evitare errori banali e regali in difesa, giocare con lucidità, determinazione e serenità. Se c’è una squadra che può fare l’ennesima impresa, quella siamo noi». l

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