Pescia, ladri di storia nelle campagne. Rubato l’antico cancello in ferro all’ingresso della Fattoria di Veneri
Il furto nella residenza di campagna del marchese Garzoni
Pescia Ladri di storia: così si possono definire gli autori del furto messo segno pochi giorni fa in località Veneri, a Pescia. Qui, presumibilmente nella notte tra giovedì e venerdì, è stato divelto e portato via l’antico e pesante cancello in ferro della fattoria di Veneri, quella che fu la casa di campagna del marchese Garzoni (lo stesso della splendida villa di Collodi).
Un furto che ci pone davanti a una doppia problematica. La prima è appunto quella dell’incipit, ossia il fenomeno della storia depredata: tegole e coppi in cotto, vecchi attrezzi agricoli, infissi antichi e fino alle pietre scalpellinate e ai mattoni usati, sono elementi molto ricercati in ristrutturazioni di immobili e negli arredi da giardino. Niente di male finché si tratta di materiali provenienti da demolizioni o, come nel caso degli attrezzi agricoli, dall’acquisto dai proprietari originali. Il problema è che a essere prese di mira sono anche proprietà private, in particolare nelle zone di campagna, dove, approfittando dell’isolamento e del fatto che quei poderi e quegli immobili vengono visitati solo sporadicamente dai legittimi proprietari, persone senza scrupoli fanno man bassa di quel che riescono a trovare. Dai vasi alle vasche in pietra, fino a “visitare” anche gli annessi agricoli alla ricerca di oggetti interessanti, come vecchi aratri e così via. Furti che qualche volta prescindono dal valore venale, visto che in molti casi si tratta di oggetti tramandati da generazioni all’interno di una famiglia. Ma se si potesse fare un’ipotetica graduatoria della violenza del gesto, ci sono furti ancor più esecrabili, e riguardano quella che potremmo chiamare arte contadina diffusa: dalle vasche delle fontane pubbliche fino alle immagini all’interno dei tabernacoli. Qui siamo davanti a un furto non a un singolo privato, ma all’intera collettività, private di testimonianze delle propri radici.
Purtroppo si tratta di un fenomeno sempre più diffuso, e quella del furto mirato del cancello, magari su commissione, per poi poterlo rivendere o riutilizzare in un altro edificio è quella che appare più probabile, anche rispetto al altre ipotesi come quella di un furto con nel mirino non il manufatto antico, quanto piuttosto il ferro da rivendere al mercato dei metalli. Intanto però almeno di quel cancello abbiamo (grazie a Google street view) un’immagine, una prova visiva da utilizzare se un giorno dovesse ricomparire, su un sito dei vendite on line come all’ingresso di qualche altro edificio.
Ma quest’episodio porta alla luce anche un altro problema, quello di una testimonianza, l’ennesima, del nostro passato che tra tempo che passa, vandalismi e ora furti, sta cadendo a pezzi. E la fattoria di Veneri non è che una delle tante testimonianze del nostro passato che rischiamo di perdere senza che nemmeno ci facciamo più caso.l
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