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Piscina chiusa a Montecatini e agonisti “spariti”. Le famiglie: «Mesi di sacrifici, lasciati soli»

di Luca Signorini
Piscina chiusa a Montecatini e agonisti “spariti”. Le famiglie: «Mesi di sacrifici, lasciati soli»

Ne sono rimasti cinque, erano 40. «E restano forti incertezze»

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Montecatini Da una quarantina che erano, ne sono rimasti appena cinque. È la parabola della squadra dei giovani nuotatori agonisti del Centro Nuoto Montecatini, alle prese con una stagione a dir poco tribolata con la chiusura dal 12 agosto scorso delle vasche al coperto della piscina comunale di via Cimabue, che tra l’altro riaprirà il 17 maggio nella sua parte all’aperto.

I “superstiti” si sono così accasati alla società Tirrenica Nuoto di Capannori, in attesa che l’attività possa riprendere a Montecatini, in un impianto che dal gennaio del 2026 dovrà anche cambiare gestore con la scadenza dell’attuale storica concessione (verrà utilizzata la forma del partenariato pubblico privato per unire gestione e ristrutturazione completa della struttura, che ha necessità di interventi seri quantificabili in 2 o 3 milioni di euro).

«La chiusura prolungata della piscina comunale di Montecatini ha lasciato a secco un’intera comunità sportiva – scrivono in una lettera aperta le famiglie dei giovani nuotatori termali – per una stagione intera, gli appassionati del nuoto – dai praticanti per benessere agli atleti agonisti – si sono trovati senza una “casa”, costretti a rincorrere vasche disponibili in altri impianti, spesso lontani e con spazi acqua inadeguati».

«I ragazzi e le famiglie della squadra agonistica del Centro Nuoto Montecatini, in particolare, hanno affrontato mesi di sacrifici: spostamenti continui, orari complicati e un impegno economico non indifferente, tutto a carico delle famiglie – proseguono – Un disagio che risalta ancora di più se confrontato con altre realtà, come Asti, dove già dopo soli due mesi di chiusura si sono registrate prese di posizione e interventi concreti da parte delle amministrazioni per aiutare i propri atleti, soprattutto a tutela delle squadre agonistiche che non possono permettersi di interrompere l’attività».

Per questi genitori «la situazione di Montecatini assume contorni quasi surreali». «Tanti gli annunci pubblici, pochissimi i risultati concreti – affermano – la vicenda si inserisce in un quadro più ampio di degrado dei beni comuni – strade, edifici, parchi – ormai osservabile intorno a noi, dove l’inerzia amministrativa e i costi spropositati delle manutenzioni contribuiscono al progressivo decadimento del patrimonio pubblico».

Le famiglie ringraziano dunque gli allenatori del Centro Nuoto Montecatini «che hanno continuato a seguire i ragazzi in modo non convenzionale, autofinanziandosi e senza alcun sostegno», e la società Tirrenica Nuoto di Capannori «che ha accolto i ragazzi rimasti permettendo loro di continuare a gareggiare in questa stagione difficile».

E poi concludono la loro lettera con uno sguardo al prossimo futuro, legato appunto anche al bando per la nuova gestione dell’impianto di via Cimabue: «Con l’arrivo di settembre 2025 restano forti incertezze sul futuro dell’impianto e della squadra. Nessuna comunicazione chiara è stata data, lasciando atleti e famiglie nell’attesa, sospesi tra speranza e rassegnazione». l

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